MAROCCO NEWS

COP22: Discorso SM il Re

15 novembre 2016

Marrakech, 15/11/2016 – SM il Re Mohammed VI ha pronunciato, martedì, un discorso in occasione della Seduta solenne di Alto Livello della 22° sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite Unite sui cambiamenti climatici (COP 22), organizzata a Marrakech dal 7 al 18 novembre, in cui si legge:

“Lode a Dio, Pace e salvezza sul Profeta, sulla sua famiglia e i suoi compagni,

Maestà, Eccellenze e Altezze,

Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite,

Eccellenze,

Signore e Signori,

E’ con piacere che vi do’ il benvenuto nel Regno del Marocco, terra di dialogo e di convivenza e crocevia di civiltà, per partecipare alla ventiduesima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

L’organizzazione di questa conferenza in Marocco per la seconda volta, dopo la sessione del 2001, riflette il nostro impegno a livello multilaterale per affrontare le sfide internazionali.

Il fatto che Marrakech ospiti oggi questa conferenza è la prova dell’interesse che attribuiamo alle problematiche ambientali e climatiche tra le priorità del Regno.

In effetti, il nostro Paese è tra i primi Stati ad aver contribuito alla nascita di una consapevolezza mondiale sui cambiamenti climatici, e questo sin dalla mia partecipazione, nel 1992, al Vertice della Terra di Rio, dove, in qualità di Principe ereditario dell’epoca, ho guidato la delegazione del Marocco.
Oggi, la Conferenza di Marrakech costituisce un punto di svolta nel processo di attuazione dell’Accordo storico di Parigi.

Infatti, l’umanità intera nutre grandi speranze per le decisioni che saranno prese durante questa conferenza. In realtà, essa si aspetta più del semplice annuncio d’impegni e principi per frenare il riscaldamento climatico e mitigarne gli effetti.

Aspira, piuttosto, a decisioni che contribuiscano a salvare il futuro della vita sulla terra e all’assunzione di iniziative concrete e di misure pratiche in grado di preservare i diritti delle generazioni future.

Inoltre, l’organizzazione di questa conferenza in Africa ci esorta a dare priorità alla necessità di rimediare agli impatti negativi dei cambiamenti climatici, che continuano ad aggravarsi nei Paesi del sud e in quelli insulari minacciati nella loro stessa esistenza.

Maestà, Eccellenze e Altezze,

Gli ultimi quindici anni hanno visto diffondersi un discorso incentrato sui temi dell’ambiente ed aumentare il numero delle associazioni impegnate nella sua difesa. Ancora più importante, essi soni stati segnati da una maggiore consapevolezza sulla necessità di proteggere l’ambiente.

Nonostante l’emergere di questa presa di coscienza positiva, siamo sulla buona strada? Questo processo comune gode di coordinamento e di una collaborazione tra tutti?

Tra i Paesi e le regioni c’è una grande differenza nella cultura legata all’ambiente. Inoltre, le priorità tra i Paesi industrializzati definiti avanzati non sono le stesse dei Paesi in via di sviluppo. Altrettanto importante è il divario tra loro in termini di mezzi.

Se è normale che ogni parte difenda i propri interessi, le decisioni prese ed imposte non sono, in compenso, sempre alla portata di tutti i Paesi.

Inoltre, è necessario unificare l’educazione rispetto alle tematiche ambientali e sensibilizzare sul suo ruolo decisivo nel salvaguardare il futuro dell’umanità.

Qui, ribadisco che il Marocco dedicherà i suoi sforzi, durante il suo mandato, e le risorse finanziarie disponibili durante questo breve periodo, a compiere questa missione difficile e nobile.

Maestà, Eccellenze e Altezze,

L’impegno richiede di prendere seriamente in considerazione il problema dei cambiamenti climatici attraverso l’applicazione dell’Accordo di Parigi, riflette la nostra comune volontà nel rafforzare la solidarietà intergenerazionale.

Questo coinvolgimento, una necessità morale e un dovere umano, è legata, allo stesso tempo, all’ineluttabilità di un destino comune e alla sincera solidarietà tra il Nord e il Sud per preservare la dignità umana.

Molte promesse sono state fatte in diverse conferenze precedenti. Ma la nostra conferenza, oggi, è quella della verità e della chiarezza; una conferenza per assumerci le nostre responsabilità di fronte a Dio e alla storia, e dinnanzi ai nostri popoli.

Le nostre conferenze e accordi avranno un senso se lasciamo le categorie più vulnerabili sole dinnanzi al loro destino pieno di pericoli, in isole in via di estinzione e in campi a rischio di desertificazione in Africa, Asia e America Latina?

Il problema dell’ambiente è una questione delicata che deve essere affrontata con tutta la serietà e responsabilità necessarie.

L’epoca coloniale è finita, come la logica di imporre decisioni. In realtà, il problema è l’esistenza dell’Uomo, che ci impone di lavorare insieme mano nella mano per proteggerla.

Inoltre, non occorre forzare i Paesi, fin dall’inizio, ad accettare delle decisioni alle quali non potranno conformarsi. Tuttavia, questo non significa che le respingano, bensì che non hanno i mezzi necessari per applicarle.

Maestà, Eccellenze e Altezze,

Il costo dell’attendismo e il mancato rispetto dell’imperativo di affrontare i cambiamenti climatici e i suoi effetti, avranno delle gravi conseguenze, ovvero la minaccia della sicurezza e della stabilità e l’estensione di focolai di tensione e di crisi nel mondo.

In nome del destino comune e della nostra responsabilità storica, esorto tutte le parti a lavorare per realizzare il nostro impegno a favore dei valori della giustizia e della solidarietà attraverso:

Primo: la possibilità offerta ai Paesi del sud, in particolare ai Paesi meno sviluppati e agli Stati insulari, di ricevere sostegno finanziario e tecnico urgente per consentire di sviluppare le loro capacità e adattarsi ai cambiamenti climatici;

Secondo: il rispetto da parte dei Paesi avanzati dei loro impegni e la mobilitazione, per il 2020, di cento miliardi di dollari, almeno, che sono stati la chiave di volta dell’Accordo di Parigi;

Terzo: il coinvolgimento di tutti gli attori nell’agevolare il trasferimento di tecnologie e la necessità di lavorare per lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione nel campo del clima; e

Quarto: il contributo degli attori non governativi, imprese, collettività territoriali e associazioni della società civile a un forte dinamismo delle iniziative: « Azione Globale per il Clima ».

Maestà, Eccellenze e Altezze,

Il Regno del Marocco non ha risparmiato nessuno sforzo per aumentare i suoi contributi, nel quadro della dinamica mondiale per ridurre il riscaldamento climatico e mitigarne gli effetti.

In realtà, il Marocco, che è stato tra i primi Paesi ad aver annunciato il contributo previsto determinato a livello nazionale, si è recentemente impegnato a ridurre il tasso delle emissioni.

Allo stesso modo, ha adottato misure concrete per garantire, entro il 2030, il 52% della sua capacità nazionale, a partire da fonti di energia pulita.

Allo stesso modo, abbiamo proposto una serie di iniziative nel quadro dell’attuazione dell’Accordo di Parigi, soprattutto per quanto riguarda l’adeguamento e il finanziamento, tra cui l’iniziativa di adattamento dell’agricoltura in Africa.

Maestà, Eccellenze e Altezze,

Il bilancio di questa conferenza sarà decisivo per il futuro della nuova generazione delle conferenze delle parti, che dovranno focalizzarsi sull’iniziativa e l’azione.

In effetti, l’Accordo di Parigi non è fine a se stesso. I risultati della Conferenza di Marrakech sono, piuttosto, un vero e proprio test per misurare l’affidabilità degli impegni che abbiamo sottoscritto e la credibilità delle parti che li hanno annunciati.

E ‘ora di porre rimedio alla situazione attuale. Non abbiamo altra scelta che lavorare per recuperare il tempo perso con la mobilitazione continua e globale e una coesione costruttiva, al fine di garantire alle generazioni successive una vita comune dignitosa e sostenibile.

In conclusione, ribadiamo il nostro augurio di benvenuto nella città rossa di Marrakech e preghiamo l’Onnipotente di coronare con successo i lavori di questa importante conferenza, nell’interesse di tutta l’umanità.

Wassalamou alaikoum warahmatoullahi wabarakatouh»