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COP22: Instancabili sforzi del Marocco per l’ambiente

18 febbraio 2016

Roma – 16-02-2016 -IFAD.  La scelta del Marocco di ospitare la conferenza mondiale sul clima (COP 22) è legittima alla luce dei suoi sforzi per proteggere l’ambiente e della lotta contro il riscaldamento climatico, ha affermato  l’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, S.E. Hassan Abouyoub.  “Questa scelta focalizzata sul Marocco per ospitare tale evento planetario è legittima perché in termini di adattamento, uno degli assi della lotta ai cambiamenti climatici, il Regno è all’avanguardia“,  ha sottolineato, in un incontro, martedì a Roma, a margine della  39a sessione del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD).

In questo contesto ha ricordato la creazione in Marocco, 50 anni fa, di un programma di gestione delle risorse idriche e delle principali politiche di lotta ai fenomeni naturali come la siccità e la desertificazione. Durante l’incontro, che si è concentrato sui risultati del COP21 di Parigi e sui preparativi per la COP22 prevista a Marrakech, Abouyoub ha lo sviluppo, da parte del Regno, di un Piano nazionale contro il riscaldamento climatico , presentato nel 2009 alla COP15 di Copenhagen, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la diversificazione energetica e lo sviluppo di energia pulita e l’attuazione di misure di adattamento, nel quadro della sua strategia idrica e del Piano Marocco Verde (PMV). Il PMV, che verte su misure di mitigazione, misure di adattamento e misure intersettoriali, si  basa su due pilastri strategici, vale a dire la mitigazione delle emissioni di gas serra attraverso l’attuazione di una politica di sviluppo a basso contenuto di carbonio, in particolare l’ambizioso progetto solare nel deserto del Marocco (DESERTEC), e la vulnerabilità e l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici, ha spiegato.

La politica del Regno di mitigazione comprende principalmente misure di efficienza energetica e di produzione di energie rinnovabili, derivate dalla strategia energetica lanciata nel 2008, ha aggiunto, affermando che, per garantire il conseguimento dei suoi obiettivi in materia, il Marocco ha istituito un quadro giuridico e istituzionale, nonché dei piani nazionali integrati nel settore dell’energia solare ed eolica. SE Abouyoub ha inoltre dichiarato che il Marocco si è impegnato fermamente, sotto la guida di SM il Re Mohammed VI, sulla strada dello sviluppo sostenibile. La tutela dell’ambiente e delle risorse naturali sono comprese nell’azione di governo, come previsto dalla Carta Nazionale per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile preconizzata dal Sovrano nel Discorso del Trono del 2009. A questo titolo, il Regno intende continuare a sostenere gli sforzi della comunità internazionale per affrontare la sfida climatica e ha proceduto alla firma della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici nel 1992 e l’ha ratificata nel 1995. Ha inoltre ospitato, nel 2001 a Marrakech, la settima conferenza delle Parti (COP 7), che ha reso operativo il Protocollo di Kyoto, ed ha ratificato lo stesso protocollo nel 2002, ha ricordato. SE Abouyoub sottolinea che il Marocco è pronto a raccogliere la sfida di ospitare la COP22, che gli consentirà di “consolidare tutte le battaglie condotte finora nella lotta al riscaldamento globale”.

Il Regno cerca persino di andare più lontano, mettendo in primo piano l’innovazione e il trasferimento di know-how, in particolare a favore dei Paesi fratelli africani per sviluppare delle tecnologie che si adattino perfettamente alle nuove sfide climatiche, dello sviluppo sostenibile e della sopravvivenza“. Tra le priorità dell’azione che condurrà il Marocco in occasione della COP22, SE l’Ambasciatore cita in particolare la condivisione degli ‘acquis’  del Marocco, tanto nel Piano Marocco Verde quanto nel quadro della strategia scientifica con i fratelli africani attraverso la formazione in molti istituti marocchini, ma anche attraverso i programmi che sono stati, per la maggior parte, lanciati da SM il Re in settori quali l’agricoltura e la pesca in questi Paesi. D’altra parte, ha aggiunto, il Marocco ha fortemente insistito sull’importanza del partenariato con la FAO e le altre agenzie delle Nazioni Unite, come l’IFAD e il PAM per “aiutare ulteriormente la mobilitazione dei Paesi 9 africani che sono una delle priorità del Marocco per giocare un ruolo più importante nella conferenza di Marrakech e far avanzare l’attuazione degli accordi di Parigi “.

Riferendosi alla COP20 e alla COP21, SE Abouyoub ha indicato che il Marocco utilizzerà l’esperienza di queste due conferenze in occasione dei negoziati di Marrakech. “Il Perù è stato il primo Paese ad aver aperto la via alla società civile per partecipare a questa grande sfida di negoziati multilaterali, mentre la Francia ha permesso alla COP di raggiungere l’universalità degli accordi e di assumere degli impegni nazionali, ormai vincolanti”, ha fatto osservare. “In occasione di incontri di alto livello internazionale, il Marocco ha sempre mostrato la sua competenza e la sua capacità di essere una terra di dialogo fertile. Al di sopra di tutto questo, la personalità di SM il Re, che ha un peso a livello internazionale, costituisce una risorsa considerevole per il Marocco“, ha concluso. Organizzato dall’IFAD, con il supporto di Perù, Francia e Marocco, nella loro qualità di ex, attuale e futuro Presidente delle Conferenze delle Parti alla Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (CCNUCC), l’incontro è stato animato anche dagli ambasciatori del Perù e della Francia, rispettivamente, S.E. Adriana Eda Rivas Franchini e S.E. Serge Tomasi. Entrambi i diplomatici, hanno evidenziato in particolar modo i principali risultati e le sfide dei negoziati, nonché le prossime tappe necessarie per attuare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e il monitoraggio delle iniziative nei settori dell’agricoltura, dell’alimentazione e della pesca, presentate alla COP21. Hanno inoltre sottolineato l’importanza dell’azione in ogni Paese per la transizione ecologica ed energetica, che dovrebbe consentire all’economia nazionale di voltare le spalle ai combustibili fossili, principali responsabili dei cambiamenti climatici, e di giungere ad un accesso universale al 100 per cento alle energie rinnovabili. Nonostante la sua importanza, la COP21 non potrà, da sola,  rispondere all’intera sfida climatica, hanno fatto osservare, sottolineando come, nonostante i risultati positivi ottenuti durante la conferenza sul clima di Parigi che ha messo “il treno sui binari”, la sfida da raccogliere resti “immensa, ma non impossibile”.