MAROCCO NEWS

Censimento della popolazione di Tindouf

4 maggio 2015

Bruxelles – Diversi deputati europei hanno chiesto, in una lettera aperta al Segretario Generale delle Nazioni Unite, il censimento della popolazione nei campi di Tindouf nel sud-ovest algerino, come primo passo per fermare il dirottamento massiccio e organizzato degli aiuti umanitari perpetrato da oltre quattro decenni.

“Condividiamo le preoccupazioni espresse nel vostro ultimo rapporto sulle difficili condizioni di vita delle popolazioni dei campi di Tindouf e siamo convinti che il primo passo necessario per placare le loro sofferenze sia l’organizzazione di un censimento del loro numero esatto,” hanno scritto a Ban Ki-moon diversi eurodeputati di vari gruppi politici del Parlamento europeo.

Conoscere il numero esatto delle popolazioni a Tindouf è particolarmente importante in un momento in cui l’UE e tutti gli altri donatori d’aiuto internazionale si trovano ad affrontare un numero senza precedenti di crisi umanitarie nel mondo che gravano sui loro bilanci, sottolineano.

Dopo aver ricordato che l’Ufficio europeo  di lotta antifrode (OLAF) ha concluso nel 2007, che la mancanza di un censimento della popolazione nei campi di Tindouf è il fattore  decisivo che ha reso possibile il dirottamento degli aiuti umanitari internazionali, gli eurodeputati hanno sottolineato che questa situazione che dura da quattro decenni è fonte di gravi preoccupazioni soprattutto in un contesto di austerità di bilancio.

“In qualità di rappresentanti eletti, è nostro dovere assicurarci che il nostro aiuto sia adatto ai bisogni dei campi e dia vantaggi davvero a tutto l’insieme delle  popolazioni di Tindouf”, insistono, notando che è per questa ragione che chiedono che tutte le parti coinvolte nel conflitto del Sahara acconsentano, senza troppi ritardi, all’organizzazione di un censimento della popolazione nei campi di Tindouf.

I parlamentari europei hanno inoltre sottolineato che il conflitto del Sahara è motivo di preoccupazione per l’UE, in particolare alla luce delle difficili circostanze che prevalgono attualmente nella regione del Sahel, notando che in qualità di membri del Parlamento europeo, essi seguono da vicino gli sviluppi della faccenda e accolgono con favore gli instancabili sforzi delle Nazioni Unite per trovare una soluzione pacifica e negoziata a questo lungo conflitto che dura da 40 anni.

“Sosteniamo pienamente le raccomandazioni del suo ultimo rapporto, e accogliamo con favore anche gli sforzi compiuti dal Regno del Marocco, come parte dell’ambizioso programma di riforma derivante dalla Costituzione 2011 per rafforzare la protezione dei diritti umani nella regione del Sahara, anche attraverso l’apertura di antenne del Consiglio Nazionale per i diritti umani (CNDH) a Laayoune e Dakhla”, sottolineano.

Gli eurodeputati hanno inoltre accolto con favore l’adozione, da parte del Marocco, del nuovo Codice di Giustizia Militare e l’adesione al Protocollo facoltativo che si rapporta alla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, facendo osservare che questi progressi sono stati anche accolti nel dicembre 2014 dall’Unione europea in occasione del Consiglio d’associazione UE-Marocco, e nella relazione 2014 sull’implementazione da parte del Marocco dei suoi impegni nel quadro dell’accordo di associazione con l’UE.

“Incoraggiamo fortemente il Marocco a continuare su questa via di riforme e continueremo ad aiutare le autorità marocchine in questo sforzo”, hanno aggiunto, chiamando anche tutte le altre parti (Algeria e Polisario) a lavorare per trovare una soluzione negoziata al conflitto del Sahara, dalle gravi conseguenze umanitarie per la popolazione nei campi di Tindouf e le loro famiglie.

Un rapporto dell’OLAF del 2007 reso pubblico alla fine dello scorso gennaio dopo un intervento del Mediatore europeo, osserva che solo la parte degli aiuti umanitari internazionali che permettono alle popolazioni dei campi di Tindouf di sopravvivere è distribuito, essendo il resto  venduto ai mercati esteri per conto degli alti ufficiali algerini e dignitari del Polisario.

L’OLAF attribuisce questi dirottamenti massicci alla sovrastima, da parte dell’Algeria e del Polisario, del numero della popolazione di Tindouf e dunque del fabbisogno in aiuti umanitari.

Per continuare a beneficiare della manna umanitaria, l’Algeria e il Fronte Polisario si sono opposti a qualsiasi censimento della popolazione dei campi di Tindouf nonostante le richieste formali dell’HCR nel 1977, 2003 e nel 2005