MAROCCO NEWS

Iniziativa marocchina di autonomia

6 novembre 2015

- In risposta agli appelli del Consiglio di Sicurezza alle parti per porre fine alla situazione di stallo politico, il Regno del Marocco ha presentato, l’11 Aprile 2007, al Segretario Generale, “l’iniziativa marocchina di negoziazione di uno status d’autonomia per la regione del Sahara. “

- Questa iniziativa è il risultato di un ampio processo di consultazione nazionale e locale, che coinvolge i partiti politici, le popolazioni e gli eletti della regione, attraverso il Consiglio reale consultivo per gli affari sahariani, per raccogliere le loro opinioni sul progetto di realizzazione di autonomia nella regione del Sahara. Questo processo di consultazione interna è stato inoltre completato da consultazioni a livello regionale e internazionale, in vista di raccogliere i punti di vista dei Paesi interessati e coinvolti in questa disputa regionale.

- Grazie a questa iniziativa, il Regno del Marocco garantisce alla popolazione della regione il suo posto e il suo ruolo, senza discriminazione o esclusione, nei suoi organi e istituzioni. Così, le popolazioni del Sahara possono gestire i loro affari democraticamente, attraverso i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, esclusivi. Essi hanno le risorse finanziarie necessarie per lo sviluppo della regione in tutti i settori e parteciperanno attivamente nei settori economico, sociale e culturale della nazione.

- Si tratta di un’iniziativa di compromesso conforme al diritto internazionale, alla Carta delle Nazioni Unite e alle risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di sicurezza e al diritto all’autodeterminazione.

Infatti, lo statuto di autonomia della regione del Sahara sarà oggetto di negoziati e sarà sottoposto a una libera consultazione referendaria delle popolazioni interessate.

In un disperato tentativo di contrastare questa nuova dinamica, il Polisario ha presentato una proposta che riprende le proposte obsolete e che non apporta  nessun elemento costruttivo in grado di aiutare a risolvere la disputa regionale sul Sahara.

- Il 30 aprile 2007 il Consiglio di Sicurezza ha adottato la risoluzione 1754, che segna un punto di svolta, i cui elementi principali sono:

          – La mancanza di riferimenti alle precedenti proposte, in particolare il Piano Baker II;

          – La richiesta alle parti e agli Stati della regione di continuare a cooperare pienamente con le Nazioni Unite e gli uni con gli altri per porre fine alla situazione di stallo attuale e procedere verso una soluzione politica;

         – L’apprezzamento “degli sforzi seri e credibili” del Marocco;

        – La consacrazione della negoziazione come modalità richiesta dalla comunità internazionale per risolvere questa disputa e come mezzo per soddisfare l’autodeterminazione;

        – La richiesta alle parti di impegnarsi in negoziati in buona fede senza precondizioni, tenendo conto degli sviluppi intervenuti, al fine di giungere ad una soluzione politica giusta, duratura e reciprocamente accettabile.

 – Il Consiglio di sicurezza che ha optato per una svolta, adottando la risoluzione 1754, ha visto l’Assemblea Generale seguirne l’esempio, consacrando questa una rottura con i metodi precedenti.

 – Ai sensi della Delibera 1754, il Segretario Generale ha invitato le parti e gli Stati della regione ai primi due round di negoziati, che si sono tenuti, rispettivamente, il 18 e 19 giugno e il 10 ed 11 agosto 2007 a Manhasset.

 – Questa rottura è stata confermata, infatti, con l’adozione senza voto, da parte dell’Assemblea Generale della risoluzione A/62/116 del 17 dicembre 2007, che fa suo l’approccio approvato dal Consiglio di Sicurezza e che amplia il campo dell’autodeterminazione a tutte le possibili forme d’espressione di autodeterminazione fintanto che “riflettano i desideri liberamente espressi dalle popolazioni interessate e siano conformi ai principi ben definiti nelle sue risoluzioni 1514 e 1541 e ad altre risoluzioni”.

 – Così, questa risoluzione dell’Assemblea Generale non fa più alcun riferimento ai piani finiti e sostiene, con fermezza, la risoluzione 1754 del Consiglio di sicurezza e si compiace del processo di negoziati avviato. Così, l’Assemblea Generale è ora in linea con il Consiglio di Sicurezza;

- La risoluzione 1783 adottata dal Consiglio di Sicurezza nel mese di ottobre 2007 ha confermato l’asimmetria positiva a favore dell’iniziativa marocchina. Essa ha pertanto chiesto che i negoziati continuino “tenendo conto degli sforzi compiuti dal 2006″, in riferimento alle azioni sviluppate dal Regno per l’elaborazione, la promozione e la presentazione della sua offerta di autonomia.

- Dopo quattro round di negoziati, tenutisi in applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza1754 e 1783, rispettivamente nel giugno 2007, ad agosto 2007, a gennaio e marzo 2008, il Segretario Generale ha raccomandato nel suo rapporto S/2008/251 pubblicato 14 aprile 2008, di “impegnarsi in dei negoziati intensi e sostanziali e dar prova di ” realismo e spirito di compromesso”.

- Nello stesso rapporto, il Segretario generale sottolinea inoltre che l’inviato personale avrebbe presentato “alle parti e al Consiglio di Sicurezza una presentazione sulla via da seguire”, il che converge in modo chiaro con la valutazione che farà più tardi, l’Inviato personale, Van Walsum.

- Infatti, e nel suo briefing, il 21 aprile 2008, dinnanzi al Consiglio di Sicurezza, l’Inviato personale del Segretario Generale, Peter Van Walsum ha sottolineato che un “Sahara occidentale indipendente non è un’opzione realistica” e che “l’indipendenza del Sahara non è un obiettivo raggiungibile”.

- Questo rapporto è il risultato di una valutazione responsabile dell’Inviato personale, in base al suo forte coinvolgimento nel dossier, i suoi contatti con le parti e le sue consultazioni con gli altri membri della comunità internazionale implicati o interessati da questa disputa regionale.

- Nella sua risoluzione 1813 (2008), il Consiglio di Sicurezza, ribadendo il suo pieno sostegno agli sforzi del Segretario Generale e dell’Inviato Personale, ha invitato le parti a impegnarsi in negoziati intensi e sostanziali. Il Consiglio ha inoltre sottolineato che è essenziale per le parti dar prova di realismo e di uno spirito di compromesso per mantenere lo slancio impresso al processo di negoziazione.

 – Da parte sua, nella sua relazione alla 63esima sessione dell’Assemblea Generale (A/63/131 del 15 luglio 2008, para. 9), il Segretario generale “ha convenuto con il suo Inviato personale che lo slancio dei negoziati così impresso, avrebbe potuto essere mantenuto solo se entrambe le parti si fossero sforzate di trovare una via d’uscita rispetto all’attuale impasse politica, dando prova di  realismo e di uno spirito di compromesso”.

- In compenso, l’Algeria e il Polisario hanno moltiplicato i loro attacchi pubblici e violenti contro la persona e il mandato di Van Walsum. Questo atteggiamento ricorda quello adottato con il Signor De Soto nel 2004. Al di là dell’ostilità verso gli ultimi Inviati personali, l’Algeria conferma la sua opposizione a qualsiasi prospettiva di una soluzione politica voluta dalla Comunità internazionale.

- Rallegrandosi, in primo luogo, dell’adozione della risoluzione 1813 che, tuttavia, assume l’approccio di realismo e lo spirito di compromesso (Op.2), l’Algeria e il Polisario non hanno tardato nel fare della persona dell’Inviato personale il bersaglio dei loro attacchi, con un crescendo, fino alla proclamazione della rottura e al rifiuto della sua mediazione.

 – L’Assemblea Generale ha adottato senza votazione, il 5 dicembre 2008, la risoluzione 63/105, che seppellisce definitivamente tutti gli approcci obsoleti e sterili la cui inapplicabilità e caducità sono stati stabiliti dalle Nazioni Unite e consacra il sistema di riferimento multiplo e le forme diverse del principio dell’autodeterminazione. Essa rafforza così la centralità della trattativa per giungere ad una soluzione reciprocamente accettabile avviata dalle risoluzioni 1754, 1783 e 1813 del Consiglio di sicurezza, e suggella la coesione tra il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea Generale sul trattamento della questione del Sahara.

- Dopo la fine del mandato di Van Walsum, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha nominato Christopher Ross come nuovo Inviato personale con il compito di lavorare con le parti e gli Stati vicini sulla base della Risoluzione 1813 e le precedenti risoluzioni, tenendo conto dei progressi compiuti finora in vista del raggiungimento di una soluzione giusta, sostenibile e reciprocamente accettabile alla questione del Sahara.

- La sua prima visita in Marocco e nella regione dal 18 al 24 febbraio 2009 è stata l’occasione per lui di entrare in contatto con le parti al fine di conoscere il loro parere sulle fasi successive dei negoziati e studiare le condizioni per l’elaborazione del quinto round del processo avviato nel 2007.

- Il Marocco ha ribadito all’Inviato Personale il suo impegno per porre in essere la risoluzione 1813 del Consiglio di Sicurezza, nell’ambito della continuazione del lavoro svolto da Van Walsum, e entrare così in una fase intensa e sostanziale di negoziati sulla base della proposta marocchina d’autonomia.

- Il rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla questione del Sahara marocchino (S/2009/200 del 13 aprile 2009) ha riaffermato il primato della risoluzione 1813 e la necessità per le parti d’ingaggiare negoziati sostanziali, sottolineando l’importanza di una buona preparazione per il prossimo ciclo di negoziati, tenendo una o più riunioni ristrette preparatorie.

- Il Consiglio di Sicurezza ha adottato all’unanimità, il 30 Aprile 2009, la risoluzione 1871, che ribadisce e rafforza il sostegno del Consiglio a tutte le disposizioni della risoluzione 1813 dell’aprile 2008, consolidando così il sistema di riferimento essenziale definito dalle Nazioni Unite per giungere ad una soluzione politica definitiva alla controversia regionale sul Sahara marocchino.

Inoltre, il nuovo testo mantiene l’insieme delle disposizioni della risoluzione 1813 e, pertanto, pone l’azione delle Nazioni Unite e gli sforzi dell’Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla strada della continuità rifiutando passi indietro, come preconizzato dalle altre parti, e consolida ulteriormente il processo ingaggiato dall’aprile 2007 grazie all’Iniziativa marocchina d’autonomia.

Esso ha anche confermato la centralità del processo negoziale e ha rifiutato di cedere al ricatto politico, alle pratiche spudorate della vessazione e della strumentalizzazione che lo accompagnano, e ai tentativi di aggirare il percorso fondamentale della negoziazione.

- Dopo la seconda visita di Ross alla regione dal 25 al 30 giugno 2009 il Marocco ha insistito sul forte impegno del governo marocchino per facilitare la missione dell’Inviato delle Nazioni Unite, compresa la partecipazione alle riunioni Informali ristrette convocate da Ross attraverso il suo approccio pragmatico in vista del 5° round di negoziati.

- Il Marocco ha espresso l’auspicio di una partecipazione positiva ed efficace di tutte le parti al fine di garantire un’adeguata preparazione per il quinto round di negoziati, come raccomandato dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, in particolare la risoluzione 1871.

- In questo contesto, il Marocco ha partecipato alla prima riunione informale tenutasi a Vienna il 10 e 11 agosto 2009, sotto gli auspici dell’Inviato personale del Segretario generale in applicazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza 1871. Questi colloqui sono stati una nuova occasione per il Marocco di spiegare il contenuto, la razionalità e la filosofia dell’iniziativa marocchina, come soluzione di compromesso per porre fine al conflitto artificiale sul Sahara marocchino.

- Le altre parti, vale a dire l’Algeria e il Polisario, si sono attenute alle loro posizioni obsolete, presentando opzioni e soluzioni la cui inapplicabilità è stata provata e verificata.

- L’Assemblea Generale ha adottato, il 10 dicembre 2009, per consenso, la risoluzione 64/101 sulla questione del Sahara marocchino, che supporta il processo di negoziati in corso, sottolinea la responsabilità che spetta alle parti e agli Stati della regione nel cooperare pienamente con il Segretario Generale e il suo inviato personale e gli uni con gli altri per contribuire a realizzare i progressi verso una soluzione politica di compromesso alla disputa regionale sul Sahara.

 Allo stesso modo, e come per le ultime quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (1754, 1783, 1813 e 1871), questa risoluzione consolida la negoziazione come unico modo per giungere ad una soluzione politica e reciprocamente accettabile alla questione del Sahara ed esclude il riferimento al referendum come un mezzo per soddisfare l’autodeterminazione e la soluzione della questione del Sahara marocchino.

Inoltre, essa s’inserisce nel quadro di continuità con le precedenti risoluzioni dell’Assemblea Generale 62/116 (2007) e 63/105 (2008), che sono oggi in linea con quelli del Consiglio di Sicurezza.

- La seconda riunione informale sulla controversia regionale sul Sahara marocchino, si è tenuta il 10 e 11 febbraio 2010, a Armonk (New York), in attuazione della risoluzione 1871. L’incontro è stato l’occasione per il Marocco per dimostrare la fondatezza, la giusta causa e la piena conformità della sua Iniziativa d’autonomia con la legalità internazionale, e con i dettami e lo spirito delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.

Il Marocco ha espresso la volontà di negoziare una soluzione realistica e realizzabile sulla base della sua Iniziativa di autonomia, il cui primato è stato esplicitamente sottolineato dal Consiglio di Sicurezza.

Inoltre, il Marocco ha dimostrato il sistema di riferimento superato della cosiddetta proposta delle altre parti, il suo contenuto obsoleto e la sua interpretazione distorta del principio di autodeterminazione, così come  l’inapplicabilità del referendum con delle opzioni estreme.

- Offrendo opzioni estreme per la soluzione della questione del Sahara, le posizioni delle altre parti, l’Algeria e il Polisario, sono rimaste congelate, compromettendo così gli sforzi delle Nazioni Unite per trovare una soluzione politica e sostenibile a questo conflitto.

 – Il rapporto del Segretario generale dell’ONU S/2010/75 del 6 aprile 2010 ha ribadito la necessità per le parti di dimostrare la volontà politica necessaria per avviare discussioni sostanziali e assicurare il successo dei negoziati. Inoltre, la relazione invita la comunità internazionale a prestare maggiore attenzione alle questioni relative all’organizzazione di un censimento dei rifugiati e l’attuazione di un programma di colloqui individuali.

 – La risoluzione 1920, adottata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza il 30 aprile 2010, ha confermato e consolidato i nuovi orientamenti e i parametri di base previsti dalle ultime risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, che dovrebbero presiedere al proseguimento del processo politico e guidare l’azione dell’Inviato Personale del Segretario Generale per giungere ad una soluzione politica.

 – Inoltre, essa rafforza la determinazione della comunità internazionale a mantenere e rafforzare la dinamica positiva, innescata dalla presentazione dell’iniziativa marocchina d’autonomia. Essa ribadisce, inoltre, l’apprezzamento degli sforzi seri e credibili  del Marocco per risolvere l’impasse, esortando a negoziati intensi e sostanziali sulla base del realismo e dello spirito di compromesso, tenendo conto degli sforzi compiuti dal 2006.

 La risoluzione ritiene, a ragione, che il consolidamento dello status quo non è accettabile a lungo termine e sottolinea la necessità di fare progressi. Essa invita le parti e gli Stati della regione a cooperare maggiormente e pienamente con le Nazioni Unite e gli uni con gli altri per uscire dall’impasse e procedere verso una soluzione politica. Allo stesso modo, invita le parti a dimostrare una maggiore volontà politica nell’andare avanti nella trattativa, nel contesto della preminenza riconosciuta dell’Iniziativa marocchina d’autonomia, per il suo contenuto ricco e sostanzioso, la sua visione strategica, la sua conformità al diritto internazionale, il suo carattere democratico ed aperto, e la sua filosofia che unisce la logica del compromesso e della “terza via”.

 – La 4° Commissione della 65a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, senza votazione, l’11 ottobre, la risoluzione A/C.4/65/L.5 sulla questione del Sahara, che supporta il processo di negoziati in corso e sottolinea la responsabilità delle parti e degli Stati della regione per cooperare pienamente con il Segretario generale e il suo Inviato personale e gli uni con gli altri per progredire verso una soluzione politica alla controversia regionale sul Sahara marocchino.

- La terza riunione informale si è svolta sotto gli auspici dell’Inviato personale del Segretario generale, a Manhasett l’8 e 9 novembre 2010, con la partecipazione di tutte le parti, conformemente alla risoluzione 1920 del Consiglio di Sicurezza. Nel corso di questo incontro, il Marocco ha sottolineato la necessità di dare una nuova dinamica e una spinta qualitativa ai negoziati sul Sahara, attraverso una nuova metodologia per superare l’attuale blocco. Questa proposta è stata accettata dall’Inviato personale, l’ambasciatore Christopher Ross.

Il Marocco ha anche ribadito la sua disponibilità nel proseguire i negoziati sulla base dei parametri del Consiglio di Sicurezza e, in particolare, sulla base dell’iniziativa marocchina d’autonomia, accolta con favore dalla comunità internazionale in quanto seria e credibile.

Il Marocco ha anche espresso la sua disponibilità a negoziare una soluzione realistica e realizzabile sulla base dell’iniziativa marocchina d’autonomia, la cui preminenza è stata esplicitamente sottolineata dal Consiglio di Sicurezza. Il Marocco ha ribadito l’obsolescenza dei piani precedenti ai quali le altre parti continuano ad essere legate e l’inapplicabilità del referendum ad opzioni estreme.

- Nell’ambito della continuazione di questo processo di negoziati, il 4° incontro informale, organizzato sotto gli auspici dell’Inviato personale del Segretario generale a Manhasett il 16,17 e il 18 dicembre 2010, è stato l’occasione per la delegazione marocchina di presentare una serie di iniziative e proposte per dare più opportunità alla negoziazione, accelerare il suo ritmo e migliorare la sua pertinenza e perspicacia.

E’ stata anche l’occasione per discutere della necessità di non limitare più le tournées dell’Inviato personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahara alla semplice preparazione dei cicli di negoziati, ma a inserirle in una dinamica volta ad ascoltare quelli che, nella regione, possono contribuire a facilitare il processo, al fine di giungere ad una soluzione nell’interesse del Maghreb arabo.

 La delegazione marocchina ha espresso la forte volontà del Marocco di giungere ad una soluzione definitiva sulla questione del Sahara sulla base del realismo e dell’iniziativa marocchina d’autonomia accolta col favore di tutta la comunità internazionale, sottolineando che il piano di autonomia è una vera opportunità per tutti i popoli della regione.

 – Alla quinta riunione informale, che si è svolta dal 21 al 23 gennaio 2011 a Greentree, a Long Island, negli Stati Uniti, il Marocco ha presentato una serie di idee concrete per accelerare il ritmo dei negoziati sul Sahara e ha ribadito la sua disponibilità per trovare una soluzione politica alla controversia regionale, sulla base del suo piano di autonomia. Queste idee riguardano il processo di negoziati in corso e non la soluzione politica. La Delegazione marocchina ha discusso l’idea di diversificare la missione dell’Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara, per ampliare la partecipazione ai negoziati, in particolare ai rappresentanti della popolazione delle province sahariane e di esaminare lo stato reale delle risorse naturali della regione e il modo positivo in cui queste vengono sfruttate a vantaggio delle popolazioni locali.

 – La sesta riunione informale, tenutasi il 7, 8 e 9 marzo 2011 a Mellieha (Malta), è stata l’occasione per il Marocco di emettere una serie di osservazioni sui limiti della cosiddetta proposta del Polisario, basata su teorie obsolete rispetto al loro sistema di riferimento e dal contenuto inapplicabile.

 Il Marocco ha anche espresso grande sorpresa dinanzi al rifiuto dell’altra parte di discutere la questione dei diritti umani sulla quale comunque aveva insistito in precedenza e rispetto alla quale essa è all’origine.

 – Il Consiglio di Sicurezza ha adottato il 27 aprile 2011, la Risoluzione 1979 sul Sahara, accogliendo con favore gli sforzi consentiti dal Regno del Marocco, attraverso la sua Iniziativa per l’autonomia e le azioni intraprese da Sua Maestà il Re Mohammed VI, per la promozione e protezione dei diritti umani su scala regionale e nazionale.

 La risoluzione incoraggia inoltre le proposte presentate nel contesto dell’approccio d’innovazione del processo di negoziazione, attraverso la partecipazione dei rappresentanti legittimi del popolo delle province del sud nei negoziati e dibattiti tematici su questioni di governance.

 La risoluzione sottolinea anche la responsabilità delle altre parti nell’impasse  politica attuale così come nella drammatica situazione dei diritti umani nei campi di Tindouf in Algeria.

 Per quanto riguarda i diritti umani, la risoluzione non fa alcun riferimento ad un meccanismo di monitoraggio internazionale, accoglie con favore gli sforzi compiuti dal Marocco in questo campo, e quindi non prende in considerazione le manovre delle altre parti per screditare i risultati e le riforme annunciate da Sua Maestà il Re, attraverso l’istituzione del Consiglio nazionale per i diritti umani e l’istituzione del Difensore civico.

Inoltre, il Consiglio accoglie con favore la volontà del Regno di rafforzare la cooperazione con il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite attraverso la Delegazione Interministeriale per i Diritti Umani.

 Per la prima volta, il Consiglio di Sicurezza ha invitato l’Alto Commissario per i rifugiati a procedere alla registrazione delle popolazioni sequestrate nel campo di Tindouf in Algeria allo scopo di garantire la protezione internazionale e prendere in considerazione la loro volontà politica, attraverso l’organizzazione di colloqui individuali.

- Nel 7° round di negoziati informali, tenutisi a Manhasset il 7 e 8 giugno 2011, il Marocco ha accolto con favore l’adozione della Risoluzione 1979 del Consiglio di sicurezza che esorta l’Algeria ad autorizzare la registrazione e il censimento delle popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf sul suo territorio.

 Il Marocco ha quindi invitato l’Algeria e il Polisario a rispettare i loro obblighi in materia di diritti umani, facendo valere le realizzazioni marocchine in questo senso, accolte con favore dal Consiglio di Sicurezza, come la realizzazione  dell’Istituzione del Mediatore e del Consiglio nazionale per i diritti umani (CNDH) e della sua antenna a Laayoune.

 D’altra parte, ha invitato le altre parti a facilitare il lavoro dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) per il censimento e la registrazione dei sequestrati del campo di Tindouf.

 Questo round ha riguardato anche le questioni delle risorse naturali e la rappresentatività delle popolazioni saharawi, per la quale il Marocco ha precisato che il Polisario non può più continuare a pretendere di essere l’unico rappresentante.

 – In occasione dell’ottavo round di negoziati informali, che si sono svolti a Manhasset il 19-21 luglio 2011, il Marocco ha sottolineato la necessità di dare una possibilità all’approccio innovativo delle Nazioni Unite e la sua volontà di investire questo approccio parallelo suscettibile di gettare nuova luce e far evolver il dossier a favore del contributo dei rappresentanti legittimi e rispettati della popolazione.

 Il Marocco ha fortemente denunciato lo status quo inaccettabile installato dalle altre parti e ha ribadito il suo appello alla comunità internazionale e all’Algeria, come Paese ospitante i rifugiati sul suo territorio, per applicare prima di tutto il diritto umanitario internazionale, in particolare l’organizzazione e la registrazione delle popolazioni che vivono nei campi di Tindouf in Algeria.

 Il Marocco ha anche denunciato il rifiuto del Polisario dei suoi impegni in materia di esame della questione dei diritti umani che egli stesso aveva rivendicato e che il Marocco aveva accettato, forte del suo arsenale giuridico in materia di diritti umani.

 Nel frattempo, il Marocco ha sottolineato la necessità di far partecipare alle prossime riunioni future i rappresentanti legittimi e credibili delle province del sud per futuri incontri e al di fuori, in modo che possano apportare il loro contributo e riflettere su una soluzione definitiva.

 Questo round è stato anche l’occasione per il Marocco di sottolineare l’evoluzione della sua posizione dalle battute iniziali attraverso l’iniziativa marocchina d’autonomia e di richiamare la sua legittimità e la sua legalità internazionale, come sottolineati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

- La 4° Commissione della 66a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, senza votazione, il 10 ottobre 2011, la risoluzione (A/C.4/66/ L.5) sulla questione del Sahara che sostiene il processo di negoziati in corso e sottolinea la responsabilità delle parti e degli Stati della regione per cooperare pienamente con il Segretario generale e il suo Inviato personale e gli uni con gli altri per progredire verso una soluzione politica alla controversia regionale sul Sahara marocchino

- Per quanto riguarda la dimensione umanitaria sulla disputa regionale sul Sahara, il Marocco ha partecipato a diversi incontri ed iniziative al solo scopo di alleviare le sofferenze delle popolazioni dei campi di Tindouf in Algeria. In questo contesto, si nota che il programma di visite familiari si è rafforzato ed è proseguito senza interruzioni, nonostante i tentativi delle altre parti di politicizzare questa attività umanitaria.

Nello stesso contesto, un seminario apolitico sulla cultura Hassani è stato organizzato sotto l’egida dell’HCR a Madeira (Portogallo) nel settembre 2011.

Le parti hanno tenuto, sotto l’egida dell’HCR e in presenza dell’Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite la seconda riunione di valutazione  sull’attuazione delle misure di fiducia, a Ginevra il 24 e 25 gennaio 2012. Durante questo incontro, il Marocco ha contribuito positivamente all’adozione di nuove misure, tra cui l’aumento del numero di beneficiari del programma relativo alle visite familiari per via aerea, con l’uso di aerei più grandi. Le parti hanno convenuto di tenere due seminari apolitici e adottare un nuovo piano d’azione sulla CBM.

- Durante il 9° round di negoziati informali, tenutisi a Manhasset l’11-13 Marzo 2012, il Marocco ha ribadito la sua forte volontà di contribuire effettivamente a una soluzione innovativa che vada oltre i percorsi tradizionali per favorire l’uscita della questione del Sahara dall’impasse, lamentando l’attaccamento delle altre parti alle loro posizioni, soprattutto rispetto al censimento delle popolazioni nei Campi di Tindouf.

Il Marocco ha deplorato, a questo proposito, la mancata attuazione, ad oggi, del  censimento, un diritto umano inalienabile e un’esigenza non solo del Marocco, ma anche della comunità internazionale. Esso ha notato inoltre che il Consiglio di sicurezza aveva esortato, nella sua risoluzione 1979 (2011) ad un censimento delle popolazioni nei campi di Tindouf.

Il Marocco ha ricordato anche che l’iniziativa di autonomia è un’iniziativa coraggiosa sviluppata in risposta gli appelli del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per una soluzione politica, negoziata e reciprocamente accettabile. L’iniziativa è aperta alla discussione e negoziazione.

Inoltre, il Marocco ha segnalato che il 9° round di negoziati informali si è svolto in un contesto particolare caratterizzato dalle mutazioni positive nate dalla “primavera araba”, e dalla nuova dinamica nei rapporti maghrebini. La delegazione marocchina ha notato, a questo proposito, che questa nuova situazione regionale impone a tutte le parti di cambiare la loro percezione e di adottare un nuovo approccio costruttivo.

- La risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2044 (2012), adottata all’unanimità il 24 aprile 2012, consolida, ancora una volta, i parametri definiti dal Consiglio per giungere ad una soluzione politica definitiva alla controversia regionale sul Sahara. Essa ha rafforzato il processo di negoziazione come unica via per risolvere la controversia e ha rafforzato gli approcci innovativi.

La preminenza dell’iniziativa marocchina d’autonomia è stata ribadita, così come i principi cardine del realismo e dello spirito di compromesso come mezzi per arrivare alla soluzione politica auspicata dal Consiglio.

Allo stesso modo, la risoluzione riflette la determinazione della comunità internazionale nel promuovere l’impegno responsabile e sincero di tutte le parti in negoziati intensi e sostanziali e per evitare il blocco e le strategie di sviamento.

Nonostante i ripetuti tentativi di strumentalizzazione della questione dei diritti umani nel Sahara marocchino, il Consiglio di Sicurezza ha accolto con favore le misure adottate dal Marocco nel quadro del processo di approfondimento delle riforme politiche del Regno. Il Consiglio ha plaudito, in questo senso, all’’operatività delle due antenne regionali del CNDH a Laayoune e a Dakhla, così come all’interazione positiva con le procedure speciali del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Dall’altro lato, il Consiglio di Sicurezza ha ribadito per la seconda volta il suo appello all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati di procedere conformemente al suo mandato e alle sue pratiche, al censimento della popolazione del campo di Tindouf di concerto con il paese ospitante, ovvero l’Algeria. Da ora in avanti tale operazione non costituisce più solamente una esigenza morale o una responsabilità giuridica internazionale. Essa è un obbligo politico, come confermato dall’istanza esecutiva delle Nazioni Unite.

- Il Regno del Marocco spera che l’adozione della Risoluzione 2044 permetterà la ricerca di un processo di negoziazione sereno, lontano dalle logiche di ostruzionismo perseguite da altre parti politiche.

- Considerato che la questione del Sahara sta attualmente attraversando una tappa importante, Il Marocco ha condotto una valutazione completa sugli ultimi sviluppi giungendo alle seguenti tre conclusioni:

1 – Dopo nove round di negoziazione informali, si è attualmente in fase di stallo del processo di negoziazione con assenza di una prospettiva di progresso;

2 – Le derive inaccettabili espresse nell’ultimo rapporto del Segretario Generale dell’ONU considerato ingiusto nei confronti del Marocco;

3 – Le azioni, dichiarazioni ed iniziative dell’Inviato personale e la sua linea di condotta squilibrata e parziale, contraria alla missione a lui affidata dal Segretario Generale dell’ONU nella sua lettera di nomina del Gennaio 2009, e che va contro i parametri stabiliti dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il Marocco ha condiviso la sua valutazione con il Segretario Generale della Nazioni Unite, informandolo inoltre del proprio ritiro della fiducia dell’Inviato personale per il Sahara, Christoper Ross, invitandolo ad adottare i provvedimenti necessari.

- Il 15 Giugno 2012 il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha designato il tedesco M. Wolfgang Weisbrod-Weber come nuovo Rappresentante Speciale e capo della MINURSO, in sostituzione di Hany Abdel-Aziz il cui mandato si è concluso nell’Aprile 2012.

- Il Marocco ha partecipato alla terza riunione di valutazione del programma delle misure di fiducia, guidata dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (HCR) tra le popolazioni delle province meridionali del Regno e le loro famigli nei campi di Tindouf in Algeria, tenutasi il 19 e 20 Settembre 2012 a Ginevra; in presenza delle delegazioni di Algeria, Mauritania e Polisario.

La riunione è stata incentrata in particolare sulla valutazione delle visite familiari per via aerea e sui seminari apolitici organizzati nel quadro delle misure di fiducia. Realizzato sotto l’egida del mandato globale di protezione umanitaria dell’HCR, in conformità con le convenzioni internazionali, le pratiche e le decisioni, in materia, dell’Alto Commissariato per i Rifugiati.

- L’Inviato Personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite incaricato della questione del Sahara Christopher Ross ha effettuato una visita in Marocco il 27 Ottobre 2012. Tale visita rientra nel quadro degli sforzi per rilanciare il processo politico in modo da trovare una soluzione politica finale e consensuale alla controversia regionale sul Sahara Marocchino.

- Essa interviene inoltre a seguito del colloquio telefonico del 25 agosto 2012 tra SM il Re Mohamemd VI e il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e che è stato l’occasione per insistere sull’imperativo di realizzare dei progressi nel processo di risoluzione su basi solide e sane, conformarsi ai parametri chiari contenuti nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e in particolare mostrare il realismo e lo spirito di compromesso e riconoscere il carattere serio e credibile degli sforzi dispiegato dal Marocco nel quadro dell’iniziativa d’autonomia.

- In data 28 Novembre 2012 l’Inviato Speciale del Segretario Generale dell’ONU incaricato per la questione del Sahara ha presentato un rapporto presso il Consiglio di Sicurezza, come previsto dalla Risoluzione 2044 del CdS. Il rapporto interviene dopo la comunicazione di Sua Maestà il Re con il Segretario Generale delle Nazioni Unite del 25 Agosto 2012 ed in seguito ad una tournée regionale in Marocco (Rabat e province del sud), Algeria (Algeri e campi di Tindouf), Mauritania, Spagna e Francia da parte di Christopher Ross.

- Il rapporto rafforza la posizione del Marocco per quanto riguarda il processo di negoziazione ossia:

            – Lo stallo nel processo di negoziazione e la necessità di dare un nuovo slancio attraverso un nuovo approccio pur concentrandosi sui parametri chiave definiti dal Consiglio di sicurezza (in vista di una visibilità per il processo);

            – La necessità di distinguere tra gli aspetti politici, militari, umanitari e dei diritti umani specificando che è l’aspetto politico che compete unicamente all’Inviato Speciale;

            – Il ruolo e la responsabilità dell’Algeria per trovare una soluzione a questa controversia regionale artificiale e la necessità di normalizzare le relazioni tra l’Algeria e il Marocco per l’avanzamento dei negoziati;

            – Le minacce alla sicurezza ed allo sviluppo nella regione che impongono di adottare un nuovo approccio basato su un maggiore coordinamento tra il Marocco e l’Algeria per contrastare tali minacce, compresa la sicurezza nei campi di Tindouf.

- Il rapporto ha ricevuto reazioni positive da parte di alcuni membri del Consiglio di Sicurezza, i quali hanno ribadito il loro sostegno al processo di negoziazione volto ad ottenere una soluzione politica della controversia regionale sul Sahara marocchino, sottolineando il carattere realistico e serio dell’iniziativa d’autonomia marocchina da utilizzare come base per risolvere la controversia. Essi hanno inoltre accolto con favore gli sforzi fatti dal Marocco per il rafforzamento dei diritti umani attraverso dei meccanismi nazionali e la loro interazione positiva con misure pertinenti del Consiglio dei Diritti Umani. Hanno inoltre ribadito la necessità di dare la possibilità all’Alto Commissario per i rifugiati di condurre un censimento delle popolazioni di Tindouf

- Il Marocco rimane impegnato con serietà e buona fede nelle iniziative e negli sforzi delle Nazioni Unite per superare l’impasse e porre fine alla situazione attuale, per giungere ad una soluzione politica realistica, definitiva e reciprocamente accettabile sulla base dell’iniziativa marocchina d’autonomia e nel pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale del Regno.