MAROCCO NEWS

Discorso di Sua Maestà il Re al 28° summit dell’UA

1 febbraio 2017

Traduzione non ufficiale

Discorso di Sua Maestà il Re al 28° summit dell’Unione africana (UA) ad Addis Abeba

Sua Maestà il Re Mohammed VI ha pronunciato, martedì, un discorso in occasione del 28° summit dell’Unione africana (UA) ad Addis Abeba.

Ecco il testo integrale del Discorso Reale:

“Lode a Dio, Preghiera e salvezza sul Profeta, sulla Sua famiglia e i Suoi compagni,

Eccellenza, Signor Presidente Alpha Condé, Presidente del 28° Summit dell’Unione Africana,

Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,

Signora Presidente della Commissione,

Eccellenze, Signore e Signori,

È bello il giorno in cui si rientra a casa, dopo un’assenza troppo lunga! È bello il giorno in cui si porta il proprio cuore all’amato focolare! L’Africa è il Mio Continente, la Mia Casa.

Finalmente rientro a casa Mia, e vi ritrovo con gioia. Mi siete mancati tutti.

È per questo, miei cari fratelli Capi di Stato, che ho tenuto a fare, sin d’ora, questo viaggio e ad esprimermi dinnanzi a voi, senza attendere il completamento delle formalità di legge e di protocollo al termine delle quali il Regno siederà di nuovo in seno all’Organizzazione.

Il supporto franco e massiccio che il Marocco ha raccolto dimostra la forza dei legami che ci uniscono.

Il ritiro dall’OUA era necessario: ha permesso di ricentrare l’azione del Marocco nel continente, di mettere inoltre in evidenza quanto l’Africa sia indispensabile al Marocco, quanto il Marocco sia indispensabile all’Africa.

Ci abbiamo pensato con cura, ed è ormai evidente!

È tempo di tornare a casa: nel momento in cui il Regno è tra le nazioni africane più sviluppate, e la maggior parte dei Paesi membri aspira al nostro ritorno, abbiamo deciso di ritrovare la famiglia.

Una famiglia che non avevamo realmente lasciato!

Infatti, malgrado gli anni in cui eravamo assenti dalle istanze dell’Unione Africana, i nostri legami, mai spezzati, sono rimasti potenti, ed i Paesi africani fratelli hanno sempre potuto contare su di noi:

Forti relazioni bilaterali sono state dunque sviluppate in modo significativo:

Dal 2000, il Marocco ha concluso, in vari settori della cooperazione, quasi un migliaio di accordi con i Paesi africani.

A titolo comparativo, sapete che, tra il 1956 e il 1999, sono stati firmati 515 accordi, mentre dal 2000 ve ne sono stati 949, vale a dire quasi il doppio?

Nel corso di questi anni, io stesso ho voluto dare un impulso concreto a queste azioni, moltiplicando le visite nelle diverse sotto-regioni del Continente.

In ciascuna delle 46 visite che ho effettuato in 25 Paesi africani, sono stati firmati numerosi accordi nei settori pubblico e privato.

La nostra azione è particolarmente impegnata nella questione della formazione che è al centro della nostra cooperazione con i Paesi fratelli. Così, dei cittadini africani hanno potuto proseguire la loro istruzione superiore in Marocco grazie alle migliaia di borse di studio che sono state concesse loro.

Inoltre, sono stati realizzati progetti strategici importanti durante le mie visite in questi Paesi:

- In primo luogo, ho avuto il piacere di promuovere il progetto di Gasdotto Africano Atlantico, con il fratello Muhammadu Buhari, Presidente della Repubblica Federale della Nigeria.

Questo progetto permetterà il trasporto del gas dai Paesi produttori verso l’Europa. Ma, oltre a questo, andrà a beneficio di tutta l’Africa occidentale.

Contribuirà infatti a strutturare un mercato regionale dell’elettricità, e costituirà una fonte sostanziale di energia a servizio dello sviluppo industriale, del miglioramento della competitività economica e dell’accelerazione dello sviluppo sociale.

Questo progetto produrrà ricchezza per i Paesi e le popolazioni costiere, creando un decisivo movimento d’impulso e causando la nascita e lo sviluppo di progetti paralleli.

Inoltre, esso permetterà di stabilire relazioni, bilaterali e multilaterali, più distese, e farà così nascere un ambiente favorevole allo sviluppo e alla crescita.

- In secondo luogo, nel quadro di progetti miranti a migliorare la produttività agricola e a promuovere la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale, sono state realizzate delle Unità di produzione di fertilizzanti con l’Etiopia e la Nigeria. I vantaggi di questo progetto si estenderanno al resto del continente.

Lo sappiamo che: non sono né il gas né il petrolio a soddisfare i bisogni alimentari di base! Ora, la grande sfida per l’Africa non è forse la sua sicurezza alimentare?

- Questo è il significato dell’iniziativa per l’Adeguamento dell’Agricoltura Africana ai cambiamenti climatici, denominata “Iniziativa Tripla A”, che abbiamo promosso in occasione della COP22. Si tratta di una risposta innovativa ed estremamente concreta alle sfide comuni poste dai cambiamenti climatici.

Dal suo lancio, d’altra parte, essa è stata immediatamente accettata da una trentina di Paesi.

“L’iniziativa tripla A” si propone di ottenere un finanziamento più importante a favore dell’Adeguamento della piccola Agricoltura Africana; essa accompagnerà anche la strutturazione e l’accelerazione di progetti agricoli, poggiando su quattro programmi:

la gestione razionalizzata dei terreni;

la gestione sostenibile dell’acqua ad uso agricolo;

la gestione dei rischi climatici;

il finanziamento solidale dei piccoli promotori di progetti.

Questa iniziativa è stata, d’altra parte, uno dei punti di forza del Vertice Africano dell’Azione, che ho avuto il privilegio di presiedere a Marrakech nel novembre scorso.

Infine, i nostri legami sono anche rimasti forti in termini di sicurezza e di pace.

Devo forse ricordarvi che siamo stati sempre presenti, quando si è trattato di difendere la stabilità del continente?

- Così, dalla sua indipendenza, il Marocco ha partecipato a sei operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Africa, impiegando migliaia di uomini in diversi teatri operativi.

Le truppe marocchine sono, ancora oggi, impiegate in RCA e RDC.

Allo stesso modo, il Marocco ha condotto mediazioni che hanno permesso di far avanzare sostanzialmente la causa della pace, in particolare in Libia e nella regione del Fiume Mano.

Eccellenze, Signore e Signori,

La mia visione della cooperazione Sud-Sud è chiara e costante: il mio Paese condivide quello che ha, senza ostentazione.

Come parte di una collaborazione illuminata, il Marocco, attore economico di primo piano in Africa, diventerà un motore dell’espansione comune.

All’interno del mio Paese, i Sub-sahariani sono accolti nei termini che avevamo annunciato: sono state lanciate diverse operazioni di regolarizzazione; la prima fase aveva già beneficiato a più di venticinquemila persone.

La seconda è appena stata lanciata con successo da qualche settimana, con lo stesso spirito di solidarietà e umanitarismo. Siamo orgogliosi di queste azioni.

Erano necessarie, vitali per questi uomini e donne che hanno sofferto troppo a lungo la clandestinità.

E noi ci comportiamo in modo che queste persone non vivano più ai margini, senza lavoro, senza cure, senza casa, senza accesso all’istruzione.

Lavoriamo affinché le coppie, soprattutto quelle miste, composte da marocchini e coniugi sub-sahariani, non siano separate.

Tutte queste azioni costruttive, a favore degli immigrati, hanno così confortato l’immagine del Marocco, e rafforzato i legami che abbiamo già costituito.

Alcuni sostengono che, con questo impegno, il Marocco punti ad acquistare la leadership in Africa. Rispondo loro che è all’Africa che il Regno cerca di dare la leadership.

Eccellenze, Signore e Signori, siamo consapevoli del fatto che non raggiungiamo l’unanimità in questa nobile assemblea.

Lungi da noi l’idea di suscitare un dibattito sterile! Non vogliamo affatto dividere, come qualcuno vorrebbe insinuare!

Avrete modo di constatarlo: non appena il Regno siederà effettivamente e potrà apportare il suo contributo all’agenda delle attività, la sua azione contribuirà, al contrario, ad unire e ad andare avanti.

Abbiamo partecipato all’avvento di questa bellissima costruzione panafricana e ci auguriamo naturalmente di trovarvi quello che è il nostro posto.

Durante tutti questi anni, e senza risorse naturali, il Marocco è diventato un Paese emergente, dall’expertise riconosciuta; è oggi una delle nazioni più prospere in Africa.

Il Marocco ha sempre ritenuto necessario, in primis, attingere la forza nell’integrazione della sua sub-regione maghrebina.

Dobbiamo, tuttavia, constatare che la fiamma dell’UMA si è spenta, perché la fede in un interesse comune è scomparsa!

Lo slancio di mobilitazione dell’ideale maghrebino, promosso dalle generazioni pioniere degli anni ’50, è stato tradito.

Oggi notiamo con rammarico che l’UMA è la regione meno integrata del continente africano, se non dell’intero pianeta:

Mentre il commercio intra-regionale è pari al 10% tra i Paesi dell’ECOWAS, e al 19% tra i Paesi della SADC, esso è rimasto fermo a meno del 3% tra i Paesi del Maghreb.

Allo stesso modo, mentre la Comunità Economica dell’Africa Orientale avanza sulla strada di progetti d’integrazione ambiziosi, e l’ECOWAS offre uno spazio affidabile di libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali, i Paesi del Maghreb sono, quanto a loro, ad un livello molto basso di cooperazione economica.

I nostri concittadini maghrebini non comprendono questa situazione.

Se non agiamo, se non per seguire l’esempio dalle sub regioni africane vicine, l’UMA si dissolverà nella sua cronica incapacità di soddisfare le ambizioni del trattato di Marrakech, che l’ha vista nascere 28 anni fa.

Eccellenze, Signore e Signori,

Questa scoperta rafforza il Marocco nella sua scelta dell’Africa. Così facendo, il mio Paese opta per la condivisione e il trasferimento del suo know-how; propone di costruire concretamente un futuro solidale e sicuro.

Registriamo, con orgoglio, che la storia ci dà ragione.

Il Marocco non rientra nell’Unione Africana dalla porta piccola, ma attraverso quella principale. La calda accoglienza che ci riservano oggi i nostri fratelli africani ne è testimonianza.

Invitiamo, con entusiasmo, le nazioni africane ad associarsi al dinamismo del nostro Paese, a dare un nuovo slancio a tutto il nostro Continente.

Eccellenze, Signore e Signori,

È ora che le ricchezze dell’Africa vadano a beneficio dell’Africa.

Dobbiamo lavorare in modo che la nostra terra, dopo aver subito decenni di saccheggi, entri in un’era di prosperità.

Certamente il colonialismo non è l’unica causa dei problemi dell’Africa. Tuttavia, i suoi effetti negativi persistono.

Per molto tempo abbiamo volto il nostro sguardo altrove, per prendere una decisione, un impegno.

Non è forse il momento di fermare questo tropismo? Non è forse tempo di voltarci verso il nostro continente? Di prendere in considerazione le sue ricchezze culturali, il suo potenziale umano?

L’Africa può essere fiera delle sue risorse, del suo patrimonio culturale, dei suoi valori spirituali e il futuro deve dare voce a questo orgoglio naturale!

L’Africa può e deve convalidare essa stessa i suoi processi elettorali, e appoggiare in tal modo la libera scelta dei cittadini.

Essa dispone degli strumenti di regolazione e delle istituzioni giudiziarie, quali i Consigli costituzionali e le Corti Supreme, in grado di risolvere le controversie e i ricorsi elettorali.

Questi organismi potrebbero, all’occorrenza, essere rafforzati. Ma esistono! Sono stati creati! Altrimenti, a cosa servirebbero?

L’Africa è attualmente gestita da una nuova generazione di leader senza complessi. Essi lavorano per la stabilità, l’apertura politica, lo sviluppo economico e il progresso sociale dei loro popoli.

Lavorano con determinazione, fermezza e convinzione, senza preoccuparsi di essere “messi sotto esame” o di essere valutati dall’Occidente.

Da diversi anni, il tasso di crescita di alcuni Paesi del Nord non supera quello di alcuni Paesi africani; il fallimento dei loro sondaggi rivela quanto abbiano perso ogni capacità di comprendere le aspirazioni dei loro popoli!

Eppure questi Paesi caratterizzati da una situazione sociale ed economica carente, da una leadership indebolita, si arrogano il diritto di dettarci il loro modello di crescita!

Lo ripeto! Il concetto di Terzo Mondo mi sembra superato!

Questi comportamenti rivelano piuttosto l’opportunismo economico: la considerazione e la benevolenza accordate ad un Paese non devono più dipendere dalle sue risorse naturali e dal profitto che si spera di trarne!

Eccellenze, Signore e Signori,

La via che il mio Paese ha scelto è quella della solidarietà, della pace e dell’unità.

Ribadiamo il nostro impegno a favore dello sviluppo e della prosperità del cittadino africano.

Noi, popoli dell’Africa, abbiamo i mezzi e le abilità; e possiamo, insieme, realizzare le aspirazioni dei nostri popoli.

Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione.

Wassalamou alaikoum warahmatoullahi wabarakatouh”.

Discorso di SM in lingua francese:

https://www.diplomatie.ma/Politique%C3%A9trang%C3%A8re/Afrique/tabid/136/vw/1/ItemID/14361/language/en-US/Default.aspx

 

Video discorso SM il Re nella televisione nazionale del Marocco