4 maggio 2015

Washington – Il Marocco è un alleato “solido” della comunità internazionale nella lotta al terrorismo in Africa, grazie alla sua strategia multi-dimensionale che affronta le fonti di estremismo violento, ha dett, mercoledì a Washington, Peter Pham, Direttore del l’Africa Center, dipendente dal think tank ” americano “Atlantic Council”.

“Fortunatamente,  in questa regione instabile, la comunità internazionale dispone di alleati forti e distinti, come il Marocco con il quale lavora non solo per combattere il terrorismo, ma anche per sradicare le radici dell’estremismo”, ha dichiarato Pham nel corso di un’audizione dinanzi alla Commissione della sicurezza nazionale della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti.

A tal fine ha spiegato che il Marocco, in una regione assediata da minacce di gruppi terroristici ed estremisti, si distingue per il suo approccio “aggressivo e multiforme” e il suo impegno di mettere la sua esperienza acquisita e “confermata” a servizio dei Paesi dell’Africa del nord e dell’ovest per lottare contro la radicalizzazione.

Il direttore dell’Africa Center ha anche sottolineato l’importanza del partenariato marocco-americano nella lotta all’estremismo, ricordando che i due Paesi avevano firmato un importante accordo quadro bilaterale di assistenza anti-terroristica, a margine del primo vertice USA-Africa tenuto a Washington lo scorso agosto.

A titolo di questo memorandum i due Paesi si sono impegnati a rafforzare le capacità regionali, in particolare nel campo della formazione del personale dei servizi di sicurezza civile dei Paesi partner nelle regioni del Maghreb e del Sahel attraverso la mobilitazione dell’esperienza reciproca in settori quali la gestione delle crisi, la sicurezza delle frontiere e le investigazioni.

Pham ha anche messo in evidenza i legami ormai assodati tra il Polisario e i gruppi estremisti operanti nella regione, in particolare Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM), notando che i separatisti avevano fornito combattenti agli alleati di AQIM nel nord del Mali.

Questi ha anche ricordato il rapimento, nel cuore dei campi di Tindouf, di operatori umanitari spagnoli e italiani in cambio di un riscatto.