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Ministro Bourita a “Nova”, “migrazioni ordinate e regolari sono un’opportunità”

9 ottobre 2020

Intervista pubblicata dall’agenzia Nova

Roma, 09 ott 17:15 – (Agenzia Nova) – La migrazione non è un flagello da brandire come uno spaventapasseri per scopi elettorali, ma una “condizione di possibilità, quando è sicura, ordinata e regolare”. Lo ha detto in un’intervista esclusiva ad “Agenzia Nova” il ministro degli Affari esteri, cooperazione africana e marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, in occasione della sua recente visita a Roma, dove mercoledì 7 ottobre ha incontrato il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. Sia l’Italia che il Marocco sono entrambi soggetti a migrazione illegale, anche se il capo della diplomazia di Rabat predilige utilizzare un altro termine: “È vero che Italia e Marocco sono entrambi soggetti al fenomeno della migrazione irregolare: preferisco dire irregolare piuttosto che illegale, per non imporre una connotazione peggiorativa. Ma il Marocco e l’Italia non sono gli unici. La migrazione colpisce tutti i paesi del mondo con, ovviamente, gradi diversi. La specificità dei nostri due paesi è che sia il Marocco che l’Italia sono al centro delle rotte migratorie: il Mediterraneo occidentale per il Marocco e il Mediterraneo centrale per l’Italia. Entrambi sono anche un ‘avamposto’ di fronte ai flussi migratori: il Marocco è allo stesso tempo un Paese di partenza, transito e arrivo; mentre l’Italia è un Paese di primo ingresso. C’è una pressione particolare, su entrambi. E’ una pressione sostenuta, sebbene le rotte migratorie si evolvano e cambino. Il coordinamento è una necessità, tanto più per lottare contro l’aumento dei flussi irregolari, il traffico di migranti e la tratta di esseri umani”, ha detto Bourita.

 Il Marocco, ha aggiunto il ministro Bourita, è ben consapevole di essere al centro delle rotte internazionali delle migrazioni. “Ecco perché nel 2013 abbiamo messo in atto una strategia nazionale in materia di immigrazione e asilo. Come ha affermato Sua Maestà il Re Mohammed VI, ‘l’interesse del Regno del Marocco per la questione migratoria non è né recente né circostanziale. Al contrario, costituisce un impegno antico e volontario che si esprime attraverso una politica umanista nella sua filosofia, globale nel suo contenuto, pragmatica nel suo metodo e responsabile nel suo approccio”. Una politica, quella del Marocco, tesa ad integrare i migranti dando loro accesso a tutti i servizi di base. “La strategia è stata anche un’opportunità per noi di condurre operazioni di regolarizzazione dei migranti, in diverse ondate. D’altra parte, anche la strategia migratoria nazionale ruota attorno a una forte cooperazione, a livello bilaterale, continentale e internazionale. A livello bilaterale, abbiamo sviluppato una cooperazione esemplare con i nostri vicini diretti, come la Spagna, per combattere la migrazione irregolare”.

 Su scala continentale, il capo della diplomazia di Rabat ha ricordato che il sovrano Mohammed VI è stato nominato dall’Unione africana “leader della questione migratoria in Africa”. Da qui nasce l’istituzione, su impulso della Casa Reale, di un Osservatorio sulle migrazioni africane. “L’Osservatorio è una risposta concreta a un’esigenza strutturale di avere dati affidabili sulla migrazione nel continente africano. La convinzione del Marocco è che non ci possa essere una governance efficace della migrazione senza una perfetta visibilità intorno a questo problema. Questo è il motivo per cui l’Osservatorio, con sede a Rabat, mira a generare una migliore conoscenza del fenomeno migratorio, sostenere le politiche migratorie nazionali e migliorare la governance della migrazione riunendo altre iniziative esistenti”.

 La politica migratoria marocchina, ha detto ancora ancora Bourita, è orientata all’Africa. “Le nostre campagne di regolarizzazione avvantaggiano principalmente gli africani, mentre ci sforziamo a livello di Unione africana di sviluppare un approccio coordinato alla migrazione. A livello internazionale, il Marocco prende parte a tutte le lotte che richiedono un approccio positivo alla migrazione: abbiamo accolto con favore l’adozione del Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, sancita nel Patto di Marrakech. Abbiamo co-presieduto il Forum globale su migrazione e sviluppo. Siamo impegnati nel quadro del dialogo euro-africano su migrazione e sviluppo, noto come processo di Rabat”. La questione della migrazione rappresenta altresì uno dei principali argomenti di interlocuzione con i partner europei: “Abbiamo ospitato l’ultimo incontro materiale 5+5 sulla migrazione a Marrakech nel marzo 2020 (poco prima dell’inizio del Coronavirus), al termine della quale abbiamo adottato una dichiarazione contenente azioni da intraprendere in una serie di ambiti, tra cui l’agevolazione della mobilità e la migrazione regolare. In termini di migrazione (e, inoltre, in tutte le principali sfide che lo riguardano, come il cambiamento climatico o la lotta al terrorismo) il Marocco è un partner affidabile, unito e responsabile: è affidabile perché la sua posizione è costante; è solidale perché in linea di principio ha una responsabilità condivisa; è responsabile perché sa trovare un equilibrio tra l’approccio alla sicurezza e l’approccio umano”, ha aggiunto il ministro.

 Secondo il capo della diplomazia marocchina, la migrazione non è un flagello, ma un evento naturale. “La piaga non è la migrazione, ma è il traffico di migranti, è la tratta di esseri umani, è la tratta di tutti i tipi. Non confondiamo vittima e carnefice. Anche la migrazione deve essere demistificata, soprattutto quando si parla di migrazione africana. Di cosa stiamo parlando esattamente? La migrazione non è solo irregolare, è soprattutto regolare. La migrazione internazionale non è africana, è soprattutto intraregionale. La migrazione non è un ostacolo allo sviluppo. È una condizione di possibilità, quando è sicura, ordinata e regolare. La migrazione non dovrebbe essere brandita come uno spaventapasseri per guadagni elettorali o come capro espiatorio”, ha detto ancora Bourita. “Il dibattito è stato a lungo incagliato intorno alla contrapposizione pro-migranti a anti-migranti. Vorremmo opporci al lassismo e alla tensione identitaria, ma nessuno dei due è soluzione. Non stiamo dicendo che la migrazione sia assolutamente vantaggiosa. Diciamo che ha sia sfide che opportunità. Dobbiamo sapere come padroneggiare le prime e capitalizzare le seconde. È necessario promuovere rotte migratorie regolari e rafforzare il nesso migrazione-sviluppo. Questo è ciò che sta facendo il Marocco nel suo Paese, nel suo continente e nel suo ambiente internazionale”.

 Il ministro ha parlato anche della comunità dei marocchini in Italia: 422.980 residenti su oltre 5 milioni di stranieri nel 2019, prima comunità di cittadini extracomunitari. Una comunità che sale al 13,7 per cento di tutti gli stranieri che sono diventati italiani se si aggiungono coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana: oltre un milione e 340 mila persone, stando ai dati Istat aggiornati al 2018. “Una parola infine sulla comunità marocchina in Italia: prima comunità extra-comunitaria in Italia. È giovane e dinamica. Attribuiamo grande importanza ai marocchini nel mondo in generale e a quelli residenti in Italia in particolare. Mantenere i legami con il proprio paese di origine, preservare l’identità, la diversità culturale, l’integrazione professionale e il benessere socio-economico è per noi priorità”, ha concluso. (Asc) © Agenzia Nova – Riproduzione riservata