MAROCCO NEWS

Convegno sulla Pena di morte

1 dicembre 2017

Roma, 28/11/2017 – Il Ministro della Giustizia del Regno del Marocco, M. Mohamed Aujjar, ha preso parte, ieri a Roma, alla Conferenza “Un mondo senza pena di morte”.

In tale occasione, questi ha tenuto a ricordare come il Regno faccia parte di una regione caratterizzata da continui sconvolgimenti avvenuti nell’ultimo decennio. In tale contesto – ha aggiunto M. Aujjar – grazie alla visione lungimirante di S.M. il Re Mohammed VI, il Marocco ha potuto avanzare delle rivendicazioni di indipendenza della giustizia, di maggiori libertà e di democrazia.

Il responsabile marocchino ha quindi posto l’accento sulla nuova Costituzione del 2011 che ha fatto assurgere la giustizia al rango di potere indipendente, parallelo al potere esecutivo e legislativo. Ha altresì ricordato la riforma globale e profonda intrapresa dal Marocco a livello di sistema di giudiziario. Riforma – ha precisato – che è sfociata nell’adozione di due testi di leggi organiche, quello dello Statuto della magistratura e quello che stabilisce la creazione di un Consiglio superiore del potere giudiziario, la cui composizione è completamente indipendente.

In questa stessa ottica – ha proseguito il Ministro – Rabat ha optato per l’indipendenza del pubblico ministero dal potere esecutivo.

“Come seconda tappa di tale processo di riforma, abbiamo intrapreso la riforma e la revisione dei principali testi di leggi quali il Codice penale, il codice di procedura penale, tra gli altri codici e leggi”, ha affermato M. Aujjar.

Il Ministro ha dunque osservato come la riforma di questi due codici si basi essenzialmente sull’armonizzazione della legislazione penale con le convenzioni e i trattati internazionali in materia di diritti umani, in primis quello alla vita che è stato inserito, per la prima volta, nella Costituzione.

In questo quadro, il Marocco sta vivendo una dinamica di graduale abolizione della pena di morte, ha precisato M. Aujjar, ricordando che il progetto del Codice penale attualmente all’esame del Parlamento prevede la riduzione dei crimini passibili della pena di morte da 31 ad alcuni come il crimine di genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra.

Parallelamente – ha aggiunto il Ministro – dal 1993, le pronunce di pena di morte prese dalle differenti giurisdizioni del Regno non sono state applicate e il loro numero non ha superato i 95 casi sino ad oggi.

Il ministro ha quindi fatto notare come la scelta di una riduzione dei casi adottata dal Regno sia conforme alle disposizioni del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e ai commenti del suo comitato sul fatto che tale pena venga limitata ai crimini odiosi e gravi.

Ad assicurare tutte le garanzie per l’accusato – ha aggiunto il ministro – il progetto del Codice di procedura penale prevede che un giudizio di pena di morte possa essere pronunciato solo all’unanimità dai membri della formazione di giudizio, stabilendo un processo-verbale delle delibere che faccia menzione all’unanimità dei giudici e che sia firmato da tutti i membri della formazione (articolo 430).

Tale tendenza – ha aggiunto M. Aujjar – si è riflessa nella diminuzione del numero di condanne a morte nel corso degli ultimi anni mentre alcune sono state oggetto di ricorso in appello o in Cassazione. L’amnistia ha anch’essa contribuito alla commutazione di diverse condanne a morte in pene perpetue o specifiche, ha concluso il ministro.