MAROCCO NEWS

Giustizia sociale: Discorso di SM il Re

22 febbraio 2016

Traduzione non ufficiale.

Testo in lingua francese

Rabat – SM il Re Mohammed VI ha rivolto un messaggio ai partecipanti al Forum parlamentare sulla giustizia sociale, tenuto il 19 e 20 febbraio a Rabat dalla Camera dei Consiglieri. Di seguito il testo completo del messaggio reale, che è stato letto dal Consigliere di SM il Re, Abdellatif Menouni.

“Lode a Dio. Preghiera e salvezza sul Profeta, sulla Sua famiglia e i Suoi compagni. Signore e signori, è per noi un grande piacere, oggi, poter rivolgere questo messaggio alle partecipanti e ai partecipanti a questo Forum parlamentare sulla giustizia sociale, organizzato dalla Camera dei Consiglieri, e che riunisce rappresentanti di istituzioni nazionali e internazionali rinomate, e un gruppo di esperti e di attori della società civile, economisti e sociologi. Teniamo in considerazione l’importanza degli sforzi costanti da voi compiuti, a seconda della posizione e dell’ambito di competenza di ciascuno, in vista di sviluppare la riflessione sulle questioni di giustizia sociale. L’organizzazione di questo Forum nel Regno del Marocco da parte della Camera dei Consiglieri non dovrebbe essere considerata solo come un seguito attribuito alla Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che rende questo giorno di febbraio di ogni anno, l’occasione per celebrare la Giornata mondiale della giustizia sociale. Ben più di questo, essa segna una rinnovata pausa per riflettere, studiare e valutare i risultati del Marocco a favore della giustizia sociale. Perché si tratta di un progetto nazionale, che costituisce uno dei grandi progetti che dovrebbero espandersi con la volontà divina, in tutto il nostro regno benedetto, e perfettamente in sintonia con le aspirazioni del nostro popolo, le aspettative dei nostri cittadini e i valori della nostra civiltà. E’ per questo motivo che la realizzazione della giustizia sociale costituisce una scelta strategica per il nostro Paese e un elemento fondamentale dei Nostri orientamenti politici, economici e sociali sin dall’ascesa al Trono dei Nostro gloriosi antenati. Questa scelta deriva dall’interesse che attribuiamo prioritariamente e costantemente al vissuto quotidiano sociale ed economico del nostro popolo, in tutte le categorie, in particolar modo quelle che soffrono la povertà e la precarietà nelle loro varie manifestazioni. Contribuisce anche alla nostra convinzione che la dignità umana, la giustizia e l’equità, le pari opportunità e la creazione di condizioni di vita dignitose per tutti i segmenti del nostro popolo fedele dipendano ognuna dai diritti umani fondamentali. Esse costituiscono, a tale titolo, l’essenza stessa delle nostre molteplici iniziative e il fondamento dei nostri orientamenti strategici relativi alle politiche pubbliche, in particolare quelle che rivolgiamo al governo, al parlamento e ai consigli delle collettività territoriali. Questa visione umana e al contempo realistica incarna, per esempio, ma non esclusivamente, l’essenza dell’Iniziativa nazionale per lo sviluppo umano (INDH), nella sua prima e seconda edizione, così come il programma di sviluppo destinato alle popolazioni del mondo rurale, in particolare le categorie più povere e vulnerabili, come annunciato nel nostro ultimo discorso in occasione della Festa del Trono. Nella stessa visione, si inseriscono anche l’Iniziativa che abbiamo preso di incaricare il Consiglio economico, sociale e ambientale, con altre importanti istituzioni, di preparare una relazione sul capitale immateriale e l’adozione, precedentemente, del Rapporto del cinquantenario sulle prospettive di uno sviluppo umano sostenibile e globale per tutte le categorie del nostro popolo. E’ nello stesso spirito che abbiamo adottato un approccio basato sui diritti umani nell’elaborazione, a vantaggio delle nostre province del sud, di un modello di sviluppo rispondente alla nostra preoccupazione di base che è quella di fare di questo modello un’esperienza pionieristica e una pratica efficace per il concretizzarsi della giustizia sociale in tutte le sue dimensioni, soprattutto nella sua portata territoriale. Non smettiamo di sottolineare, nei nostri discorsi e nei nostri messaggi rivolti ai vari forum nazionali ed internazionali, lo stretto legame esistente tra lo sviluppo economico, la giustizia sociale e la coesione sociale. Questo deriva dalla nostra ferma convinzione circa l’inutilità di raggiungere livelli significativi di sviluppo economico in assenza di un’azione concertata e coordinata, fatta di politiche pubbliche efficaci e mirate, basate esse stesse sulla ripartizione dei frutti della crescita economica in modo giusto ed equo tra le varie categorie delle nostre popolazioni. Allo stesso modo, lo sforzo d’investimento del nostro Paese in grandi progetti, non sarà credibile se non basandosi su investimenti in capitale umano. Signore e Signori, non esitiamo, quasi cinque anni dopo l’entrata in vigore delle disposizioni della Costituzione del nostro Paese, a ricordarvi che il “carattere sociale” è stata una opzione storica costante del regime di monarchia costituzionale del nostro Paese dal 1962. Non è quindi sorprendente che la nostra comune aspirazione alla giustizia sociale che continuo a incarnare unendo il gesto alla parola, e che è stata espressa in diverse forme da molte categorie sociali e molti attori politici e la società civile, abbia trovato la sua traduzione chiara e inequivocabile nel preambolo della Costituzione del nostro Paese, che stabilisce la scelta irrevocabile del Regno di sviluppare una società solidale in cui tutti godano della sicurezza, della libertà, delle pari opportunità, del rispetto della loro dignità e della giustizia sociale, nel quadro del principio di correlazione tra i diritti e i doveri della cittadinanza. Il riconoscimento costituzionale di questa opzione non dovrebbe in alcun modo essere percepito come una semplice dichiarazione generale delle intenzioni costituzionali, ma piuttosto come un quadro di riferimento e istituzionale globale di quanto dovrebbero realizzare le politiche pubbliche, settoriali, territoriali e trasversali in tutti i settori economici, sociali, culturali ed ambientali. Ciò che dimostra la profondità e il radicamento della visione marocchina della giustizia sociale è la costituzionalizzazione da parte del documento normativo supremo del Paese di tutti i diritti economici, sociali, culturali e ambientali fondamentali, compresi i diritti delle categorie implicate primariamente attraverso politiche pubbliche volte alla realizzazione della giustizia sociale. Si tratta in particolar modo dei bambini, dei giovani, delle persone con handicap, e delle altre categorie vulnerabili citate nelle diverse disposizioni della Costituzione. Per attuare questo orientamento, la nostra Costituzione non si è limitata alla consacrazione dei diritti sopracitati, ma fornisce anche i meccanismi e i principi vincolanti, in modo da garantire la loro efficacia. Mi riferisco, in particolare, al principio dell’uguaglianza tra uomini e donne per quanto riguarda i diversi diritti umani, al divieto di ogni forma di discriminazione e all’impegno positivo dei poteri pubblici per mobilitare tutti i mezzi necessari per garantire alle cittadine e ai cittadini il godimento effettivo e su un piano di uguaglianza dei diritti economici e sociali fondamentali, così come i doveri. Mi riferisco anche al principio in virtù del quale tutti sostengono gli oneri pubblici, ciascuno secondo le sue capacità e tutti assumono, in modo solidale e in proporzione ai mezzi a loro disposizione, i costi richiesti per lo sviluppo del Paese. Menziono anche la necessità, per il Parlamento e il governo, di garantire la conservazione dell’equilibrio delle finanze dello Stato, la cooperazione e la solidarietà come principi propri dell’organizzazione regionale e territoriale, nonché l’impegno che incombe costituzionalmente sui poteri pubblici d’incoraggiare la negoziazione collettiva e concludere convenzioni collettive di  lavoro. Bisogna anche tenere a mente il ruolo chiave dei meccanismi costituzionali della democrazia partecipativa. Ma per dare corpo a questa visione sociale, ci troviamo di fronte alla sfida di fornire risposte concrete alla seguente domanda: Come si possono concretamente tradurre i meccanismi, i principi e gli impegni di diritto costituzionale in leggi e in politiche pubbliche atte a realizzare la giustizia sociale a cui tutti aspiriamo? Qualsiasi risposta a questa domanda fondamentale, che sarà senza dubbio al centro della vostra riflessione comune in questo Forum, dovrà integrare due dati importanti: in primo luogo, il capitale derivante dall’adesione efficiente del nostro Paese al processo mondiale guidato dalle Nazioni Unite e dai suoi vari organi, in particolare l’Organizzazione internazionale del Lavoro per rafforzare i programmi di giustizia sociale e i loro fondamenti convenzionali e dichiarativi nel quadro del diritto internazionale umanitario. In secondo luogo, la necessità di far fruttare queste esperienze nazionali d’avanguardia dedicate alla realizzazione della giustizia sociale e di inserirne le premesse tra i punti di riferimento delle politiche pubbliche. In questa materia, posso citare a titolo indicativo e non esaustivo delle esperienze importanti come l’Iniziativa nazionale per lo Sviluppo umano, l’integrazione della realizzazione degli Obiettivi del Millennio nelle diverse politiche pubbliche nazionali, la programmazione di bilancio incentrata sull’approccio di genere, la Carta sociale, elaborata dal Consiglio economico, sociale e ambientale e il processo d’istituzionalizzazione del dialogo sociale come risultato da preservare, valorizzato e sviluppato. E’ in questa stessa logica che s’inseriscono il contributo efficiente del nostro Paese allo sforzo internazionale focalizzato sull’adozione del Piano di sviluppo sostenibile per il 2030 e la posizione costante osservata dal Marocco nei forum internazionali a favore della solidarietà internazionale e della cooperazione per lo sviluppo, in particolare nel continente africano. Questo capitale è un forte pilastro per il nostro contributo efficace all’elaborazione e all’operatività, ai livelli regionale e internazionale, delle agende di sviluppo sostenibile, di sviluppo sociale e di giustizia sociale.

Signore e Signori, i risultati ottenuti attraverso la politiche nazionali avanguardiste che abbiamo lanciato, le nuove disposizioni costituzionali e la nostra adesione efficiente al sistema delle Nazioni Unite di giustizia sociale, sono altrettanti fattori che ci autorizzano oggi, a seguito della maturazione della nostra esperienza nazionale, ad impegnarci in un processo partecipativo di costruzione di un modello marocchino di giustizia sociale. Siamo anche in grado di affrontare le sfide che abbiamo di fronte, come il consolidamento dei pilastri della solidarietà sociale, di categoria, territoriale e ambientale e lo sfruttamento della crescita economica al servizio della giustizia e della coesione sociale. A questo si aggiungono la garanzia di una convergenza delle politiche pubbliche settoriali e territoriali volte alla realizzazione della giustizia sociale e quella delle politiche integrate rivolte a categorie specifiche, come i bambini, i giovani, gli anziani e le persone affette da handicap, nonché il consolidamento dei risultati  nazionali ottenuti nel campo del dialogo sociale e lo sfruttamento delle opportunità offerte dalla nuova Costituzione in materia di democrazia partecipativa. Signore e Signori, Cogliamo questa occasione per salutare il contributo della Camera dei Consiglieri al processo di costruzione del modello precitato, attraverso l’organizzazione di questo forum, prima iniziativa del suo genere ad essere presa in occasione di una giornata delle Nazioni Unite, ovvero la giornata mondiale della giustizia sociale.

Con la massima efficacia, la Camera dei Consiglieri sfrutta il suo statuto costituzionale e la sua specificità illustrata dalla molteplicità delle discipline e rappresentanze territoriali, professionali e sindacali esistenti al suo interno.

Essa si avvale anche del suo ruolo di camera rispecchiando con precisione le aspettative degli spazi territoriali e quelle degli attori professionale, sindacali e della società civile, per avviare una dinamica di dibattito pubblico, plurale e partecipativa, per costruire un modello marocchino di giustizia incentrata sulla solidarietà multidimensionale. E’ nostro dovere ricordare che devono essere rispettate alcune condizioni fondamentali per garantire il successo delle vostre pratiche e dibattiti. È, quindi, essenziale tenere a mente l’approccio partecipativo e quello incentrato sui diritti umani per l’elaborazione del modello marocchino di giustizia sociale. Conviene inoltre avere sempre presenti gli impegni fissati dalla Costituzione del nostro Paese e quelli che ci spettano in base alle convenzioni  che il nostro Paese ha ratificato e alle quali ha aderito, in particolar modo quelle relative ai diritti economici, sociali, culturali e ambientali, ai diritti del bambino e a quelli delle persone affette da handicap. Insistiamo inoltre sulla necessità di tenere a mente la natura trasversale della parità di genere.

Il lancio della riflessione e del dibattito pubblici sull’elaborazione di un modello marocchino di giustizia sociale è una prova formale della forza delle nostre istituzioni costituzionali, del dinamismo del nostro spazio pubblico nazionale e della sua capacità d’integrare le dinamiche della società, la molteplicità delle opinioni che vi si esprimono e la diversità degli interessi delle diverse categorie che la compongono. E’ un risultato prezioso che non può essere apprezzato nel suo giusto valore, se non tenendo conto delle spaccature e delle tensioni vissute da molte società rispetto a questioni sociali estremamente delicate.

In conclusione, teniamo ad esprimere i nostri vivi ringraziamenti a tutti i partecipanti a questo forum, e in particolare a quelli che rappresentano le varie istituzioni regionali e internazionali e gli esperti stranieri. Diamo loro il benvenuto nel Regno del Marocco e apprezziamo la loro ricettività sincera rispetto a questo evento nazionale ed internazionale dedicato alla giustizia sociale. A tutti, il nostro augurio di ogni successo. Wassalamou alaikoum wa rahmatou Allahi wabarakatouh”.

SM il Re Mohammed VI

SM il Re Mohammed VI