21 marzo 2016
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Rabat – Domenica 13 Marzo, Più di tre milioni di cittadini marocchini hanno preso parte , a Rabat, alla marcia popolare organizzata dalla società civile, partiti politici, sindacati per condannare gli eccessi verbali del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon sul Sahara marocchino. Cittadini marocchini delle province del sud hanno marciato fianco a fianco ai loro connazionali del nord, dell’est e del centro del Regno, per mostrare, se necessario ancora, il consenso e l’unanimità di un’intera nazione in tutto il Sahara marocchino.
Spinti dalla stessa volontà di manifestare il loro dissenso e denuncia contro le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon sulla questione del Sahara marocchino, martedi 15 marzo a Laayoune, nel Sud del Regno, più di 180.000 di cittadini hanno partecipato ad una marcia popolare spontanea.
La marcia, organizzata su iniziativa dei capi “Chioukhs” e notabili delle tribù sahrawi, politici e organizzazioni sindacali e della società civile, è partita dal centro Cheikh Mohamed Laghdef dirigendosi verso la sede della MINURSO.
I partecipanti alle manifestazioni, uomini e donne, giovani ed anziani, hanno protestato e manifestato il loro attaccamento al Sahara marocchino e ed il loro rifiuto categorico alle dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite sul Sahara marocchino.
Arrivati da ogni parte del Regno a prendere parte a questa manifestazione civica e patriottica, i partecipanti hanno formato una vera e propria marea umana, che ha invaso la capitale.
In un impeto di patriottismo senza precedenti che ricorda la gloriosa Marcia Verde, milioni di cittadini marocchini sono venuti in gruppo o individualmente, famiglie intere, in treno, auto o autobus, hanno risposto spontaneamente in maniera schiacciante per riaffermare di persona il consenso nazionale che unifica tutti i cittadini marocchini intorno all’integrità territoriale del Regno.
“Assahra Sahraouna wal Malik Malikouna” (Il Sahara è nostro, il Re è il nostro Re), “Viva il Re”, “Ban Ki-moon è un pericolo”, “il Sahara è marocchino e rimarrà tale” e “legalità non può essere superata”chiedevano a gran voce in coro i manifestanti, molti dei quali avvolti nei colori nazionali o Draaya Sahrawi (tipico vestito delle province del Sud) per esprimere il loro orgoglio e affermare il sostegno al Sahara marocchino.