MAROCCO NEWS

Sahara Marocchino: “Sbandata” verbale di Ban Ki Moon

21 marzo 2016

Durante la sua visita effettuata in Algeria e i campi di Tindouf nei primi di marzo 2016, nella speranza di far avanzare la risoluzione di un conflitto fittizio da quattro decenni,  il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha definito la situazione nel Sahara ”occupazione”, affermando più precisamente che: “I bambini nati all’inizio dell’occupazione, oggi hanno 40 o 41 anni. Dobbiamo dunque fornire loro un sostegno vitale e la speranza di un futuro migliore”.

 La qualifica di ”occupazione”; che è un assurdo giuridico e politico grave, richiede le seguenti precisazioni:

  • Il Regno del Marocco si è impegnato, fin dal suo accesso all’indipendenza nel 1956, in un processo di recupero e di completamento della sua integrità territoriale attraverso negoziati diretti con la Spagna, potenza colonizzatrice, che ha portato alla decolonizzazione e al recupero di Tarfaya nel 1958, Sidi Ifni nel 1969 e Séguiat al Hamra e Oued Eddahab dal 1976.
  • L’accordo tripartito, ponendo fine alla colonizzazione spagnola, è stato registrato presso il Segretariato Generale delle Nazioni Unite, ai sensi del primo comma dell’articolo 101 della Carta delle Nazioni Unite.
  • Esprimendo la volontà delle tribù saharawi, la Jeema, unico rappresentante delle popolazioni saharawi, ha approvato l’Accordo nel febbraio 1976 con un voto, e ha prestato la sua fedeltà al Re del Marocco.
  • Dal 1975 ad oggi, nessuna istanza delle Nazioni Unite (Consiglio di Sicurezza [Risoluzioni], Assemblea Generale [Risoluzioni], Segretario Generale [Rapporti e dichiarazioni]…) ha definito lo status del Sahara occupazione.
  • L’articolo 100 della Carta delle Nazioni Unite afferma: ”Nell’adempimento dei loro doveri, il Segretario Generale ed il personale non solleciteranno né riceveranno istruzioni da alcun Governo o da alcun’altra autorità estranea all’Organizzazione. Essi dovranno astenersi da qualunque azione incompatibile con la loro posizione di funzionari internazionali responsabili solo di fronte all’Organizzazione”.
  • L’apprezzamento personale di una situazione giuridica non può essere che politico, tenuto conto del carattere ufficiale del tour del Segretario Generale e del suo status di funzionario internazionale che gli impongono l’obbligo della riservatezza, della neutralità e dell’imparzialità obiettiva.
  • Il tour, che avrebbe dovuto contribuire a sbloccare una situazione riunendo le condizioni favorevoli ad una soluzione politica, giusta, duratura e reciprocamente accettabile, è stato compromesso da deviazioni verbali, fatti compiuti e compiacimenti ingiustificati
  • Le manifestazioni di domenica a Rabat e di martedì a Laayoune sono una reazione spontanea del popolo marocchino unito, dignitoso ma rispettoso delle Nazioni Unite, a fronte di un’offesa contro la sua causa nazionale sacra. Esse non costituiscono affatto una mancanza di rispetto nei confronti della persona del Segretario Generale né nei confronti delle Nazioni Unite.
  • L’idea che il Segretario Generale desiderava farsi, tardivamente, di questo conflitto artificiale non potrà essere obiettiva né esaustiva se non quando egli avrà visitato l’altra parte; il Regno del Marocco.
  • Il Segretario Generale non ha interpellato le autorità algerine sulla questione del censimento delle popolazioni rifugiate.
  • L’Algeria, Paese ospitante i campi dei rifugiati, non fa nulla da 40 anni per migliorare le ‘deplorevoli condizioni di vita’ delle popolazioni rifugiate.

La questione scandalosa del dirottamento sistematico degli Aiuti umanitari internazionali è stato passato sotto silenzio ad Algeri.