MAROCCO NEWS

Risoluzione sul Sahara marocchino

30 aprile 2018

Rabat  27.04.2018, In seguito all’adozione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul Sahara marocchino, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, M. Nasser Bourita, ha reso una dichiarazione, il cui testo integrale è il seguente:

Il Regno del Marocco accoglie con favore l’adozione, oggi, della risoluzione del Consiglio di Sicurezza relativa alla controversia regionale sul Sahara marocchino.

Il livello positivo di questa risoluzione è frutto dell’Azione Ferma e Determinante di Sua Maestà il Re Mohammed VI, che Dio L’assista, per contrastare tutti i tentativi insidiosi diretti agli interessi superiori del Regno.

È anche il risultato della forte mobilitazione, sotto la Guida di Sua Maestà il Re, della diplomazia marocchina e di tutte le forze vive della nazione per difendere l’integrità territoriale e l’unità nazionale.

1- L’importanza di questa risoluzione è, prima di tutto, legata al particolare contesto della sua adozione. Un contesto caratterizzato, in particolare da:

  • La proliferazione delle violazioni del cessate il fuoco da parte del Polisario, incoraggiato dall’Algeria, i molteplici tentativi di alterare lo status giuridico e storico dell’area a est del sistema di difesa, nonché le ripetute sfide all’autorità del Consiglio di sicurezza e alla legalità internazionale;
  • La volontà della Comunità Internazionale di rilanciare il processo politico sotto la guida dell’Inviato Personale, Horst Köhler, sulla base di una nuova dinamica e di uno spirito nuovo, traendo le lezioni apprese e i vincoli incontrati in passato;
  • La falsa campagna condotta a colpi di “inganni mediatici”, di tentativi di falsificare i fatti orchestrati dall’Algeria e dal “polisario” al fine di distorcere le realtà e diffondere false informazioni sul processo politico, l’azione dell’Inviato personale, la questione delle risorse naturali o l’esistenza di un cosiddetto “territorio liberato”.

2- È in questo contesto che la risoluzione del Consiglio di sicurezza è giunta a chiarire, ripristinare le verità e sottolineare l’approccio favorito dalla Comunità internazionale per risolvere questa controversia regionale. I chiarimenti del Consiglio vertono in particolare sui seguenti 3 punti essenziali:

In primo luogo, lo statuto storico e giuridico a est del dispositivo di difesa e le azioni del “Polisario”:

​Così, per Guerguarate, il Consiglio di Sicurezza “ha espresso preoccupazione per la presenza del Polisario nella zona cuscinetto di Guerguarate invitandolo a ritirarsi immediatamente.”

Per quanto riguarda Bir Lahlou, il Consiglio di Sicurezza “ha espresso la propria preoccupazione per l’annuncio da parte del Polisario di trasferire le strutture amministrative a Bir Lahlou, invitandolo ad astenersi dal condurre tali azioni destabilizzanti”.

In tal modo, il Consiglio di Sicurezza conferma lo status dell’area ad est del dispositivo di difesa. Per le Nazioni Unite, si tratta di una zona cuscinetto ai sensi degli Accordi di cessate il fuoco, in cui non possono esserci attività civili o militari. La risoluzione fa dunque sue le preoccupazioni espresse nei Messaggi di Sua Maestà il Re Mohammed VI, che Dio Lo assista, al Segretario Generale delle Nazioni Unite e alle potenze decisive del Consiglio di Sicurezza. L’esecutivo delle Nazioni Unite mette in guardia il “Polisario” e l’Algeria, in modo categorico, contro i loro atti di provocazione e le agitazioni irresponsabili.

Tutti gli atti e le bugie sull’esistenza dei cosiddetti “territori liberati” o delle “zone di schieramento” sono stati contraddetti dal Consiglio di sicurezza, Organo depositario della legalità internazionale e rappresentante della MINURSO.

Il Polisario, sostenuto dall’Algeria, è chiamato oggi a rispondere alle ingiunzioni del Consiglio di Sicurezza e a ritirarsi immediatamente, definitivamente e incondizionatamente dall’area Est del dispositivo di difesa.

D’altro canto, il Consiglio di sicurezza “ha accolto e riconosciuto la risposta misurata del Marocco di fronte alle recenti preoccupazioni sulla zona cuscinetto”.

In secondo luogo, il Consiglio di sicurezza definisce lo scopo del processo politico, identifica gli attori e conferma la leadership dell’ONU:

  • In primo luogo, nella sua risoluzione, il Consiglio di sicurezza specifica che lo scopo del processo politico, condotto sotto l’egida esclusiva delle Nazioni Unite, è “di giungere a una soluzione politica realistica, realizzabile e sostenibile basata sul compromesso”. Questi sono termini che si identificano con la soluzione politica sostenuta dal Marocco, nel quadro dell’iniziativa marocchina di Autonomia.

Con questa stessa posizione, il Consiglio respinge tutte le soluzioni, gli schemi o i piani non realistici, irrealizzabili e insostenibili difesi dalle altre parti.

Allo stesso modo, il Consiglio ribadisce la preminenza dell’iniziativa marocchina per l’autonomia e sostiene inoltre che “il realismo e lo spirito di compromesso sono essenziali per progredire verso la soluzione politica”.

  • Inoltre, il Consiglio chiede espressamente ai paesi vicini, e quindi all’Algeria, di “dare un contributo importante al processo e di impegnarsi maggiormente per progredire verso la soluzione politica”.

Il Consiglio ha approvato la raccomandazione del Segretario generale nel suo ultimo rapporto (S / 2018/277) di invitare l’Algeria a impegnarsi fortemente nel processo politico, all’altezza delle sue responsabilità inalienabili nella controversia regionale sul Sahara marocchino.

 La risoluzione conferma così lo status dell’Algeria di attore e parte in causa, che deve impegnarsi fortemente nella ricerca di una soluzione politica. È l’Algeria che arma e accoglie il polisario, è l’Algeria che lo finanzia, che lo inquadra e che mobilita tutto il suo apparato diplomatico per contrastare l’integrità territoriale del Regno.

  • Infine, la risoluzione rafforza la leadership esclusiva delle Nazioni Unite nell’affrontare la questione invitando “le parti a impegnarsi ulteriormente negli sforzi delle Nazioni Unite”, sulla base dello spirito di realismo e di compromesso per giungere alla soluzione politica che può essere solo politica nel quadro della sovranità del Regno del Marocco.

In terzo luogo, l’Algeria viene triplamente interpellata dal Consiglio di sicurezza:

  • A livello del processo politico:

Il Consiglio ha esortato i paesi limitrofi e quindi l’Algeria ad “apportare un contributo importante al processo politico e ad accentuare il suo impegno nel processo”, all’altezza delle sue responsabilità nella genesi e nel mantenimento della controversia sul Sahara marocchino. Si tratta di un riconoscimento da parte del Consiglio di sicurezza del ruolo politico, mediatico, militare e umanitario dell’Algeria nella questione del Sahara marocchino.

In tal modo, il Consiglio rafforza la posizione del Marocco avendo sempre affermato che la risoluzione della controversia richiede il coinvolgimento forte e serio dell’Algeria nel processo delle Nazioni Unite.

  • A livello umanitario:

La Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ha ribadito la sua richiesta all’Algeria di onorare i suoi obblighi internazionali nei confronti delle popolazioni dei campi di Tindouf, “chiedendo nuovamente che la registrazione dei rifugiati nei campi profughi di Tindouf sia considerata e sottolineando che occorre compiere sforzi al riguardo”.

In effetti, la situazione dei campi di Tindouf in Algeria è unica in termini di diritto internazionale umanitario ed eccezionale in considerazione delle norme di protezione dei rifugiati applicate dall’UNHCR.

  • A livello di stabilità regionale:

Il Consiglio pone la controversia sul Sahara marocchino nel suo contesto regionale, riconoscendo che una soluzione politica a questa disputa consentirà il rafforzamento della cooperazione tra i paesi del Maghreb e contribuirà alla stabilità e alla sicurezza della regione del Sahel.

Il Marocco desidera ringraziare i paesi che hanno favorito un approccio costruttivo, in particolare il portavoce della risoluzione, gli Stati Uniti d’America, nonché gli altri paesi permanenti e non permanenti, membri del Consiglio, che si sono mobilitati per difendere la legalità internazionale e preservare la stabilità e la sicurezza nella regione.

D’altra parte, si rammarica della posizione di coloro che non hanno aderito alla quasi totalità del Consiglio.

MAEC